Tour de France 2022, Geraint Thomas: “Pogacar è superiore a Nibali, Contador e Froome. Sarà il favorito dei prossimi 5-6 anni”

Un Geraint Thomas a tutto tondo quello che si presenta ai media durante il giorno di riposo del Tour de France 2022. Il corridore della Ineos Grenadiers ha parlato del suo avvicinamento alla corsa, con la vittoria al Giro di Svizzera come momento chiave per incrementare la fiducia nei propri mezzi e nella propria condizione, e anche di compagni e avversari. In particolare, il gallese si è soffermato su Tom Pidcock, spiegando che ancora è difficile prevedere cosa può riuscire a fare, e su Tadej Pogacar, piazzandolo un gradino sopra Vincenzo Nibali, Alberto Contador e il uso ex compagno di squadra Chris Froome.

“Per quanto riguarda l’avvicinamento è stato buono, ma mi sono goduto le corse e non pensavo molto al resto – ha esordito –  Certo volevo presentarmi in buona forma, ma non mi stressavo molto a riguardo. Ho cambiato anche coach, ma non so come questo abbia impattato per essere sincero. Il gap che si è creato con Pogacar? Certo la caduta nella tappa di Roubaix non ha aiutato, mi sentivo bene e anche tenere il gilet nella crono non era ideale. Ma nei GT possono esserci giornate così, capita anche agli altri. Ora guardo avanti e provo a restare positivo. Abbiamo ancora Adam e Tom in classifica, poteva essere peggio”.

Quando gli è stato chiesto un paragone tra Tadej Pogacar e altri corridori che hanno dominato i Tour vinti come Contador, Froome e Nibali, il vincitore del Tour 2018 non ha dubbi: “ È a un livello superiore, Nibali e Contador erano grandi scalatori, Contador alla fine è migliorato anche a crono, Froome poteva fare entrambe le cose molto bene, ma Pogacar può fare tutto. Anche al Fiandre era il più forte di tutti, Può fare qualsiasi cosa. Molti elogiano i corridori del passato, ma guardando al futuro onestamente non vedo come non possa essere il favorito per i prossimi 5-6. Se ho visto errorri di inesperienza da parte sua? Forse al Fiandre nel finale. Per esempio alla Planche voleva vincere e ha spremuto il team, ma poi ha vinto la tappa e ha avuto ragione. Gestire il team e te stesso è fondamentale per vincere il Tour”.

Il classe ’86 ha poi spiegato cosa si aspetta dalla prossima settimana con le scalate di Alpe d’Huez e Col du Granon: “Mi sento bene in altura. L’Alpe d’Huez sarà una tappa fenomenale. Ho visto dal meteo che farà caldissimo e questo influenzerà la corsa. Già in Svizzera c’è stata la settimana di corsa più calda che io abbia mai fatto. Sarà ovviamente un fattore. L’Alpe d’Huez sarà il terzo giorno sulle Alpi e questo sarà altrettanto decisivo. Pogacar è fortissimo, magari ci sono un paio di punti interrogativi sulla UAE, ma un corridore come Pogacar alza il livello di tutti. Potrà essere una settimana entusiasmamente”

Finire sul podio di nuovo o rischiare per vincere?: “Dipende dal rischio. Ad essere sincero sarei orgoglioso di tornare sul podio, soprattutto dopo gli ultimi anni, per dimostrare che qualcuno si sbagliava. Allo stesso tempo sono stato già sul podio e ovviamente voglio provare a vincere la gara. La presenza di più capitani? Una cosa è avere il numero e una cosa è la situazione di gara giusta per sfruttarlo, siamo a metà strada, ma la seconda parte è molto più difficile, specialmente con uno come Pogacar e con la Jumbo che di sicuro non renderà le cose facili, perché vogliono tenere il secondo posto e magari lottare loro per la vittoria. Non dobbiamo pensare solo a Pogacar e alla UAE, ci sono anche altri team”.

Il britannico ha poi parlato del compagno Tom Pidcock: “ È il suo primo Tour, è un po’ un’incognita, magari gli altri non lo vedono come una grande minaccia, ma non penso che gli lascerebbero troppo spazio se provasse ad andare in fuga. Cosa mi aspetto io? Sappiamo cosa fa nelle corse di un giorno, ma in queste corse non lo sappiamo, nemmeno lui lo sa. Continuerà a tenere la maglia bianca di Pogacar suppongo. Siamo un buon gruppo, con un buon morale e lui ha un bel ruolo. Non sarei sorpreso se perdesse tempo nei prossimi tre giorni, ma mi aspetto possa resistere per una top 10-top 15 alla fine”.

Il trentaseienne ha poi commentato i primi nove giorni di gara e ha spiegato come il gruppo viva la paura del covid: “Dopo la Svizzera ho capito che ero in ottima forma, lo sapevo già prima, ma poi la gara l’ha confermato. Sapevo di arrivare qui in buona forma ed ero fiducioso, i primi 9 giorni sono andati bene. Sapevo cosa potevo fare alla crono e nella tappa di Roubaix e pensavo di poter fare ancora meglio. Il distacco è molto da Pogacar per il modo come sta correndo, ma sappiamo che nei GT tutto può succedere, specialmente di questi tempi con il dannato covid. L’atmosfera in gruppo riguardo al covid? Non possiamo farci molto, a parte che seguire le regole base. Non direi che ci pensiamo tutto il tempo, ma quando Laengen è andato via abbiamo pensato che potesse essere di nuovo come al Giro di Svizzera. Penso che anche gli altri team stanno attenti come noi, che è una cosa buona e speriamo che tutto vada bene”.

Il commento finale è poi su tutti i possibili avversari in classifica generale: “Vingegaard sta correndo molto bene, la Jumbo è un grande team. La caduta ha condizionato Roglic, ma può ancora recuperare. Tadej è al livello massimo della sua carriera. Gaudu e Mas sono lì. Vlasov ha perso tempo, ma venendo qui pensavo potesse lottare per il podio, potrà ancora ribaltare la situazione. Pogacar è stato superiore a tutti fin qui, ma vedremo come andranno i prossimi giorni”.

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