Tour de France 2018, Nibali tra percorso e rivali: “Punto al podio. Froome fa bene a correre, può fare doppietta”

Vincenzo Nibali sereno e concentrato in vista del Tour de France 2018. “Anche se il recente Giro del Delfinato non è andato bene” per sua stessa ammissione, lo Squalo dello Stretto guarda avanti, tranquillo nel suo ritiro sul San Pellegrino, dove sta preparando la Grande Boucle in maniera minuziosa affiancato dai fidi Franco Pellizotti e Paolo Slongo. Se la condizione adesso è ancora lontana, non è un problema, ci sono “queste settimane in altura per portarla al top per poi dare tutto in gara”.

Per questo in una conferenza stampa organizzata ieri ribadisce ancora una volta come “la preparazione va secondi i piani” e che sarebbe “inutile essere al top adesso”, pur concedendo che si sarebbe “aspettato qualcosa in più” e di “non perdere mai volentieri”. Ad ogni modo, “significa poco niente in vista del Tour”, quindi è il caso di guardare avanti, verso una Grande Boucle in cui non nasconde il suo obiettivo di podio, già espresso ieri dal suo Team Manager Brent Copeland, che a su volta professava tranquillità.

“Per scaramanzia” non dice su quale gradino, anche se chiaramente l’obiettivo è vincere, senza pensare ad una età che avanza, ma che può invece essere anche punto di forza per la sua grande esperienza accumulato, nella conoscenza della corsa e di sé stesso. Ovviamente, il primo rivale è Chris Froome, che il siciliano crede capace di poter inseguire una doppietta che manca ormai da venti anni, dopo averne centrata lo scorso anno una anch’essa storica, anche se meno prestigiosa.

Se per regolamento Froome può gareggiare, fa bene a farlo – spiega riguardo il suo rivale al Corriere delle Alpi – Mi sento di dire che può aspirare alla doppietta. Se arriva al Tour con la stessa forma palesata nell’ultima settimana del Giro d’Italia non ce n’è per nessuno, anche se a mio avviso bisognerà fare i conti anche con Tom Dumoulin“. Il corridore neerlandese, che ha battuto il siciliano lo scorso anno nella Corsa Rosa è chiaramente uno degli altri grandi nomi, tra i quali “allo stesso livello metto Nairo Quintana, poi Romain Bardet, quindi Adam Yates e Mikel Landa. Ma ci sono anche Alejandro Valverde, Ilnur Zakarin, Rigobert Uran, insomma tutti i migliori”.

Sarà dunque una sfida durissima in una corsa che offre ancora grandi spunti e battaglie, sin dall’inizio. Tre le tappe chiave segnate dallo Squallo dello Stretto: “La 9ª ha 15 settori di pavé, quasi una Roubaix – aggiunge per il Secolo XIX – La 17ª è un’incognita: misurerà solo 65 km, avrà tante salite e si partirà con griglie di merito, una strana novità. Che non mi piace”.

Ovviamente, cruciale sarà anche la squadra, con il Team Sky che si presenta come la più solida, in particolare per la cronosquadre, l’altra giornata cruciale delle tre settimane in giallo. “La squadra è tutto, non a caso Froome dalla sua ha un team di altissima qualità e dal budget illimitato – aggiunge – Sono cose che fanno la differenza, altro che. Nelle crono poi il team Sky è sicuramente quello da battere. Da questo punto di vista noi partiamo indietro, inutile girarci attorno. Mi sento di dire che se perdiamo un minuto è grasso che cola. Di più potrebbe risultare fatale”.

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