Top/Flop della Settimana: Jumbo-Visma, Deceuninck-QuickStep, Trek-Segafredo, Ineos, UAE e caso Jakobsen

TOP

Jumbo-Visma: Sono loro i veri protagonisti di questa prima settimana di corse World Tour. Il successo del 1 agosto alle Strade Bianche di Wout van Aert è stato solo l’antipasto di una settimana conclusa con la vittoria della Milano-Sanremo dello stesso belga, che vince la prima Monumento di una carriera che sembra prometterne altre. Il messaggio più forte sul breve termine invece è quello che Primoz Roglic e compagni hanno lanciato dal Tour de l’Ain in vista del Tour de France. Per lo sloveno due vittorie di tappa e un secondo posto su tre frazioni oltre alla vittoria della generale, dove Bennett e Kruijswijk si piazzano quarto e quinto e un Tom Dumoulin nell’inedita veste di gregari arriva a un passo dalla top 10. Un dominio talmente netto che non si aspettavano nemmeno loro, ma che è un grosso colpo psicologico per la concorrenza, totalmente distrutta nell’arco delle tre giornate. Se non sono entrati in forma troppo presto (loro assicurano di no), sarà difficile per tutti tener loro testa alla Grande Boucle.

 

Deceuninck-QuickStep: La compagine di Lefevere scossa dall’incidente di Fabio Jakobsen ha reagito su strada con tanti risultati importanti. Remco Evenepoel ha “cannibalizzato” un’altra corsa come un numero dei suoi, rifilando distacchi abissali a corridori come Fuglsang, Majka e Yates. Sempre in Polonia, poi, Davide Ballerini ha rimpiazzato egregiamente il povero Jakobsen in termini di risultati con un podio e la vittoria della frazione conclusiva. Vittoria allo sprint anche per l’altro italiano Andrea Bagioli che alla sua prima vittoria da professionista si è messo alle spalle un certo Primoz Roglic. Volata che non ha invece sorriso a Julian Alaphilippe alla Milano-Sanremo. Tuttavia, con l’attacco sul Poggio il francese ha mostrato un’ottima condizione e si candida a essere ancora protagonista al Tour de France. Il Wolfpack non ha perso la sua natura.

 

Trek-Segafredo: Nessun successo, ma tanti segnali importanti. Alla Sanremo la squadra ha mostrato compattezza e unità di intenti a supporto del capitano Vincenzo Nibali, che è apparso comunque soddisfatto dopo il traguardo nonostante il mancato risultato. Segnali importanti sono arrivati da Oltralpe anche dagli altri due capitani Richie Porte e Bauke Mollema. L’australiano si è fatto vedere soprattutto alla Mont Ventoux Dénivelé Challenge, chiusa in seconda posizione, e nell’ultima frazione del Tour de l’Ain, dove ha provato ripetutamente ad attaccare. Nell’unica giornata di blackout di Porte, la seconda del Tour de l’Ain, si è ben distinto Bauke Mollema, rimasto a ridosso dei primi anche nel giorno successivo per conquistare un buon sesto posto in classifica generale. Continuando a lavorare così, i successi importanti arriveranno molto presto.

FLOP

Ineos: Egan Bernal è l’ancora di salvataggio a cui si aggrappa una formazione uscita umiliata dal primo confronto diretto con la Jumbo-Visma. Pensare che la settimana era iniziata bene con il successo finale proprio del colombiano alla Route d’Occitanie. Al Tour de l’Ain però la musica cambia ed è la Jumbo-Visma a fare il ritmo, con Froome che si vede soltanto l’ultimo giorno a lavorare in testa e Geraint Thomas che invece non si vede praticamente mai davanti, lasciando a un prezioso Jonathan Castroviejo il ruolo di ultimo uomo di Bernal. Fino a pochi giorni fa si pensava a Ineos come una corazzata quasi imbattibile, ad oggi invece la corazzata rischia di affondare, distrutta sia fisicamente che mentalmente e toccata da questioni extra-corsa come l’addio di Froome. Necessario un immediato cambio di rotta per evitare figuracce al Tour.

UAE Team Emirates: Qualche sprazzo non basta. Eccezionale il piazzamento di Davide Formolo alla Strade Bianche, a cui fa seguito anche un terzo posto di tappa di Valerio Conti al Tour de l’Ain dietro solo a Primoz Roglic ed Egan Bernal. In generale, non male anche la settimana di Fabio Aru, che pur non avendo ancora la gamba dei tempi migliori, ha mostrato una ritrovata serenità mentale che gli ha consentito di ottenere qualche piazzamento. Tuttavia, una squadra con questa qualità deve ambire a qualcosa in più che a dei semplici piazzamenti, come quelli ottenuti da Jasper Philipsen al Giro di Polonia e mancati da Gaviria e Kristoff, arrivati lontanissimi dai primi alla Sanremo, con il solo Tadej Pogacar, dodicesimo, ad ottenere un risultato dignitoso. Troppo poco per un team di questo calibro.

 

Caso Jakobsen: Chiariamo subito un punto: l’azione di Dylan Groenewegen è da condannare fermamente ed è la prima causa di quanto accaduto. Detto questo, tuttavia, addossare tutte le colpe su di lui sarebbe un grave errore. Gli errori e l’immobilismo sull’argomento ci sono da parte di tutti: squadre, organizzatori e UCI. Al momento ci sono state tante parole critiche: Lefevere se l’è presa soprattutto con Groenewegen ma anche con il CPA, il CPA ha attaccato le squadre e l’UCI, gli stessi corridori hanno chiesto maggior coraggio al CPA e criticato UCI e organizzazione. Insomma, tanti scambi di accuse, che ci auguriamo però possano tramutarsi in un dialogo costruttivo e in una fattiva collaborazione per migliorare la sicurezza dei corridori.  Serve di più e speriamo che sia la volta giusta.

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