Bilancio Squadre 2022: Team BikeExchange-Jayco

Dopo la tempesta, si ricomincia a intravedere l’arcobaleno in casa Bike Exchange – Jayco. La compagine australiana, reduce dalla peggiore annata della sua storia con soli nove successi, chiude il 2022 con il buon bottino di 22 vittorie stagionali, riuscendo ad evitare la retrocessione con un discreto finale di stagione. La formazione oceanica, poi, ha ottenuto successi di spessore, vincendo tappe in tutti e tre i GT, anche se è mancata la capacità di essere competitivi sulle tre settimane. Gli uomini simbolo del team non hanno comunque tradito quasi mai le attese e anche i giovani hanno fatto vedere belle cose, lasciando davvero ben sperare per il futuro.

TOP

La BikeExchange è sempre più la squadra di Simon Yates. Il britannico è il corridore più vittorioso del team con otto successi stagionali, tra cui spiccano ben due vittorie di tappa al Giro d’Italia. La prima nella crono di Budapest e la seconda, quando ormai è uscito di classifica, nella splendida tappa di Torino. Il classe ’92 riprova a fare classifica alla Vuelta, ma viene colpito dal covid e deve lasciare la corsa dopo la decima tappa, quando si trova al quinto posto della generale. In quel momento, Yates aveva già ottenuto tutti i suoi successi stagionali, inaugurati dalla vittoria dell’ultima frazione della Parigi-Nizza, chiusa al secondo posto della generale. Ci sono poi due tappe e la generale del Giro delle Asturie, la vittoria della Prueba Villafranca e una tappa e la generale della Vuelta a Castilla y Leon. Al netto della sfortuna, ottiene probabilmente il meglio possibile.

Dylan Groenewegen è tornato quello pre-Giro di Polonia 2020. Il neerlandese si adatta subito al nuovo team e inizia la sua stagione lasciando subito due firme sul Saudi Tour, seguite da successi al Giro di Ungheria, alla Veenendaal Classic e al Giro di Slovenia, che lo fanno arrivare carico al Tour de France. L’ex Jumbo-Visma, infatti, alla terza tappa riesce finalmente a tornare al successo alla Grande Boucle dopo tre anni dall’ultima volta, proprio il giorno dopo la prima vittoria di Fabio Jakobsen. Il secondo posto nella tappa dei Campi Elisi certifica definitivamente il suo ritorno ad alti livelli, anche se poi, ad eccezione della Classica di Amburgo, non correrà più gare WorldTour in stagione, vincendo comunque una tappa della Arctic Race of Norway e ottenendo tanti piazzamenti nelle gare del finale di stagione. L’obiettivo nel 2023 è quello di vincere ancora tappe al Tour.

Tra i corridori che hanno vinto tappe nei GT, vanno citati anche Kaden Groves e il nostro Matteo Sobrero, anche se è probabilmente Michael Matthews quello dei tre che ha avuto la stagione migliore, confermandosi corridore completo e ritrovando anche una importante regolarità. Già a inizio anno l’australiano è in ottima condizione, sfiorando il podio alla Milano-Sanremo e vincendo la prima tappa del Giro di Catalogna in una giornata molto difficile per il malore di Sonny Colbrelli, secondo al traguardo, dopo l’arrivo. Dopo qualche piazzamento nelle Ardenne, Matthews si prepara per il Tour, vincendo la classifica a punti del Giro di Svizzera, per ottenere una vittoria di tappa che sulle strade della Grande Boucle gli manca dal 2017. Nella nona tappa è secondo a Longwy alle spalle di Pogacar, mentre due giorni dopo a Losanna viene battuto solo da un altro fenomeno come Wout van Aert. Il suo giorno, però, è quello della quattordicesima tappa, quando, dopo aver ripreso e staccato Alberto Bettiol, si lancia in una cavalcata solitaria verso il traguardo di Mende. Nel finale di stagione, poi, è ancora protagonista chiudendo al secondo posto del GP de Québéc e regalandosi l’emozione di salire sul podio del mondiale di casa, dove riesce a prendersi il bronzo.

+++ Simon Yates
++ Dylan Groenewegen
+ Michael Matthews

FLOP

Lucas Hamilton non è ancora riuscito a fare il salto di qualità. Il corridore australiano chiude l’anno senza risultati di rilievo, nonostante la partecipazione al Giro e alla Vuelta. Sulle strade della corsa rosa fa vedere le cose migliori, chiudendo in settima posizione la tappa di Genova e classificandosi tredicesimo nella generale. Il classe ’96, dunque, continua a dimostrare di avere potenzialità, ma non riesce ancora a sfruttarle, come accade alla Vuelta, in cui non è praticamente mai protagonista. A fine anno arriva per lui un rinnovo, con il team che spera di vederlo esplodere definitivamente nel prossimo biennio.

Per il secondo anno di fila, Dion Smith fa fatica a esprimersi ai suoi livelli migliori. Nella prima parte dell’anno, il neozelandese ottiene un secondo posto alla Per Sempre Alfredo, ma i risultati migliori arrivano nella seconda parte di stagione, con il secondo posto alla Prueba Villafranca alle spalle del compagno Simon Yates e un altro secondo posto nella frazione inaugurale della Vuelta a Castilla y Leon. Tuttavia, tre secondi posti in corse minori sono molto meno di quello che il team si aspettava da un corridore che due anni fa era sembrato in grado di poter competere soprattutto nelle classiche vallonate, nelle quali far valere resistenza e velocità.

A proposito di classiche, si può dire che ormai per Luke Durbridge la trasformazione in corridore da classiche non sia riuscita. Il classe ’91, infatti, non è stato mai protagonista e, per giunta, ha perso anche la potenza del cronoman, dovendosi nuovamente accontentare del secondo posto ai campionati australiani, mentre nel resto dell’anno ottiene come miglior risultato un sesto posto di tappa al Giro del Delfinato, anche in questo caso in una frazione a cronometro. Decisamente troppo poco per uno come lui.

– Luke Durbridge
— Dion Smith
— Lucas Hamilton

Miglior Momento

L’esultanza di Michael Matthews sul traguardo di Mende spiega benissimo il significato di quella vittoria di tappa al Tour. In quella che sembra la sua ultima occasione per vincere una tappa nel 2022, l’australiano va subito in fuga e ai piedi dell’ascesa conclusiva (con pendenze spesso in doppia cifra) si libera dei compagni d’avventura, tentando di anticiparli. Da dietro rinviene su di lui Alberto Bettiol, che riesce anche a staccarlo, ma il classe ’90 gestisce perfettamente lo sforzo, andando a riprendere il toscano ai -2 e staccandolo proprio prima della scollinamento. Matthews entra così nel rettilineo conclusivo e può festeggiare la sua quarta vittoria di tappa al Tour, un risultato che gli mancava dal 2017.

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