Bilancio Squadre 2022: Ag2r Citroën

La Ag2r Citroën ha ormai completato la sua trasformazione in squadra cacciatrice di tappe. La compagine di Vincent Lavenu ha chiuso con un bottino di successi simile a quello dello scorso anno, undici (nel 2021 erano stati dodici), anche se stavolta c’è solo una vittoria di tappa dei GT contro le tre della passata stagione. A fine anno, però, è arrivata anche la vittoria in una classica WorldTour, che era stata sfiorata già un paio di volte in primavera con i podi alla Omloop Het Nieuwsblad e alla Amstel Gold Race. Paradossalmente, invece, sono arrivati meno successi in patria, impedendo il bis nella Coppa di Francia, di cui lo scorso anno la formazione transalpina aveva conquistato sia la classifica individuale che quella di squadra.

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Dopo anni di sofferenza, finalmente Bob Jungels è tornato a splendere. Reduce da due anni di sofferenza per problemi fisici, il corridore lussemburghese ha fatto nuovamente irruzione nel ciclismo ad alti livelli, prima vincendo per l’ennesima volta nazionale a cronometro, ma soprattutto salendo poi verso Chatel – Les Portes du Soleil, nel corso della nona tappa del Tour. Un attacco a 60 km, e una perfetta gestione dello sforzo che gli permette di tenere a distanza uno scatenato Thibaut Pinot nel momento più difficile, permettono al classe ’92 di godersi una cavalcata solitaria che gli consente di assaporare un successo che, titoli nazionali a parte, gli mancava da oltre tre anni. Alla fine sarà anche undicesimo nella generale e, se anche la sua partecipazione alla Vuelta non è memorabile, ormai aveva già regalato al suo team la gioia più importante della stagione, in una corsa in cui ha rischiato di non partecipare. Il covid l’ha infatti colpito alla vigilia della Grande Boucle, ma la bassa carica virale gli ha permesso di prendere parte alla corsa e di entrare nella storia del ciclismo come primo corridore in gara nonostante una positività al covid-19.

Nelle corse di un giorno, invece, l’uomo che ha brillato di più è stato Benoît Cosnefroy. Confermando la sua costante crescita, il francese si fa notare ad esempio alla Amstel Gold Race, che per qualche secondo è convinto di aver vinto, ma poi il fotofinish stabilisce che la vittoria è di Kwiatkwoski in una sorta di remake del finale Van Aert-Pidcock dell’anno precedente, con il team Ineos che stavolta però la spunta vincitore. Dopo un Tour incolore, il classe ’95 riesce ad ottenere la prima vittoria in carriera fuori dai confini francesi, al GP di Québec, conquistato con un attacco a due chilometri dal traguardo che, parole sue, ha reso la sua stagione “eccezionale”. A conferma dello status raggiunto dal ventisettenne transalpino c’è anche la corte spietata del CT francese Thomas Voeckler, che l’ha voluto a tutti i costi al mondiale, nonostante lui avesse deciso di saltarlo per concentrarsi sulle classiche autunnali (invece ha poi preso parte solo a Tre Valli Varesine e Parigi-Tours).

La fortuna non ha aiutato Ben O’Connor, che è riuscito comunque a confermarsi un corridore solido. Dopo la vittoria di tappa e il quarto posto finale al Tour dello scorso anno, l’austrliano ha messo la Grande Boucle nel mirino anche quest’anno. L’avvicinamento è ottimo con una vittoria di tappa al Giro di Catalogna a marzo, la vittoria del Tour du Jura ad aprile e poi, a giugno, il podio finale del Giro del Delfinato alle spalle solo di Primoz Roglic e Jonas Vingegaard, la coppia Jumbo-Visma che poi al Tour avrebbe messo in ginocchio persino Tadej Pogacar nella tappa del Col du Granon. Il GT francese si rivela tuttavia subito amaro per il classe ’95, che cade nella seconda tappa ed esce praticamente subito di classifica, lasciando poi la corsa dopo aver festeggiato la vittoria del compagno Bob Jungels al termine della nona frazione. Il ventisettenne riesce a recuperare per la Vuelta dove, dando prova di grande regolarità, porta al suo team un altra top 10 in un GT dopo quella del Tour 2021. Un risultato importantissimo per una squadra ormai sempre più improntata sulle corse di un giorno.

+++ Bob Jungels
++ Benoît Cosnefroy
+ Ben O’Connor

FLOP 

Le delusioni principali arrivano, loro malgrado, da corridori che sembrano aver ormai imboccato il viale del tramonto, come del resto era accaduto già lo scorso anno. Per il secondo anno di fila Greg Van Avermaet è tra le principali delusioni del team, al termine di un anno in cui ha ottenuto come miglior risultato il podio alla Omloop Het Nieuwsblad. Convinto di essere stato rallentato dal vaccino, rinvia la terza dose a dopo le Classiche, ma la sua campagna di primavera è comunque deludente, tanto che alla fine il team decide di non convocarlo per il Tour de France, togliendogli di fatto il ruolo di uomo più rappresentativo del team che sembrava potersi prendere al suo arrivo a inizio 2021.

Oliver Naesen, forse, ha fatto però anche peggio del connazionale. Il classe ’90 aveva individuato nel lockdown e nella conseguente preparazione stravolta la principale motivazione del suo scarso rendimento degli ultimi anni e per questo motivo sembrava che con il ritorno a una preparazione standard potesse tornare a rendere al meglio. Le cose sono però andate diversamente, visto che in primavera si è visto solo alla Omloop Het Nieuwsblad, chiusa comunque alle spalle di Van Avermaet, in quarta posizione, e nel resto dell’anno è stato protagonista solo alla quattro giorni di Dunkerque, chiusa in seconda posizione dopo aver ottenuto anche un secondo posto di tappa. Nel finale di stagione ha lanciato qualche timido segnale di rilancio con il settimo posto alla Bretagne Classic e il podio alla Famenne Ardenne Classic, che fanno ben sperare per i prossimi anni, visto che ha comunque ancora qualche anno per invertire la tendenza delle ultime stagioni.

Nans Peters è un altro dei corridori che hanno incontrato difficoltà sia in questa che nella passata stagione. Il corridore francese, che in carriera ha vinto una tappa sia al Tour che al Giro, quest’anno ha partecipato sia alla corsa rosa che alla Vuelta, ma in nessuno dei due GT è riuscito ad andare nemmeno lontanamente vicino alla vittoria.  Se le difficoltà del 2021 erano dovute anche alla sfortuna, con il ritiro dal Tour, quest’anno è proprio la gamba a mancare, visto che riesce a completare entrambi in GT. Nel resto dell’anno, poi, continua a deludere, chiudendo in top 10 solo il Tour du Jura e la crono dei campionati nazionali francesi. Il classe ’94 ha ancora un altro anno di contratto con il team e dovrà sfruttarlo al massimo per guadagnarsi un buon contratto per le prossime stagioni alla soglia dei 30 anni.

– Nans Peters
— Greg Van Avermaet
— Oliver Naesen

Miglior Momento

Senza nulla togliere alla vittoria di Cosnefroy in Canada, anche quest’anno il miglior momento della formazione francese arriva nel GT di casa. Lo splendido assolo di Bob Jungels permette alla compagine di Vincent Lavenu di ottenere un altro successo di prestigio, ma è anche la bella storia di riscatto personale di un corridore che dopo aver raggiunto l’apice della carriera è stato fermato per due anni da problemi fisici, e che sicuramente avrà pensato a tutti i momenti difficili nel corso dei 60 km di fuga solitaria dopo aver staccato Simon Geschke. Inutili sono stati poi i tentativi di assalto di Thibaut Pinot (che a lungo è sembrato essere in grado di rientrare) prima e di Jonathan Castroviejo e Carlos Verona poi; quella era la giornata che doveva portare Jungels a Les Portes du Soleil, nome che rende facile vedere questo successo come metaforica entrata in paradiso dopo due anni di inferno.

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