Amstel Gold Race 2021, Wout Van Aert la spunta per un soffio su Tom Pidcock

Fotofinish serrato per decidere la Amstel Gold Race 2021. Al termine di una volata a tre Wout Van Aert e Tom Pidcock si giocano il successo fino all’ultimo centimetro, mentre a chiudere il podio è sicuramente Maximilian Schachmann, che era con loro nell’azione decisiva. Dopo una lunga attesa, ad essere sancito vincitore davvero per un soffio è il portacolori della Jumbo – Visma, che si prende così la rivincita di quanto successo pochi giorni fa alla Freccia del Brabante, quando fu battuto dal rivale della Ineos Grenadiers allo sprint. A conquistare la volata dei battuti, giunti tre secondi più tardi, è invece Michael Matthews (Team BikeExchange) davanti ad Alejandro Valverde (Movistar), con Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix) in settima posizione, migliore degli italiani.

Pronti-via e partono le prime azioni, con Julien Bernard (TFS), Stan Dewulf (ACT), Ryan Gibbons (UAD), Sébastien Grignard (LTS), Chad Haga (DSM), Maurits Lammertink (IWG), Kenny Molly (BWB), Anders Skaarseth (UXT), Edward Theuns (TFS) e Loïc Vliegen (IWG) che si avvantaggiano rapidamente dal gruppo. Le suqadre dei favoriti lasciano subito fare, con i dieci che arrivano a guadagnare oltre cinque minuti prima di costringere Jumbo-Visma e Movistar a controllare la situazione in testa al gruppo, successivamente anche insieme a Deceuninck-Quick-Step e Astana – Premier Tech.

Dopo aver ridotto il distacco a quattro minuti, il gruppo addormenta la corsa nelle fasi centrali. Il ritardo resta così sostanzialmente congelato sino a 75 chilometri dalla conclusione, quando comincia una fase di scatti e controscatti che scuote un gruppo sino a quel momento sonnacchioso. Primo a provarci è Rob Power (Qhubeka-Assos), raggiunto da Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix), ma vengono ripresi rapidamente, così come poca fortuna ha una azione più numerosa che nasce sul Cauberg. Se molte squadre sono rappresentate, con Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e Jan Tratnik (Bahrain-Victorious) che si propongono per la prima di una serie di azioni di cui saranno protagonisti, l’assenza di uomini Astana e Ineos porta queste due squadra ad andare a chiudere rapidamente, assieme alla UAE Team Emirates.

Queste accelerazioni costanti provocano ovviamente anche nervosismo in gruppo, con una caduta che vede coinvolti tra gli altri Bob Jungels (Ag2r Citroen Team) e Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), con il lussemburghese che viene costretto al ritiro, mentre il tedesco riesce a rientrare, non senza spendere energie preziose. Con loro anche lo sfortunato Mauri Vansevenant (Deceuninck-QuickStep), che era appena rientrato in gruppo in seguito ad un problema meccanico, costretto così ad un nuovo inseguimento.

A seguito di una nuova serie di scatti, con anche Matej Mohoric (Bahrain-Victorious) ed Esteban Chaves (Team BikeExchange), nonché Primoz Roglic e Wout Van Aert (Jumbo-Visma), il vantaggio dei fuggitivi crolla inevitabilmente, ma nessuno riesce a fare la differenza fino all’ingresso nei 50 chilometri conclusivi. Approfittando del fatto che Wout Van Aert è in coda al gruppo, riescono infatti ad evadere Rui Costa (UAE Team Emirates), Florian Sénéchal (Deceuninck-QuickStep), Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Simon Clarke (Qhubeka-Assos), Tosh Van Der Sande (Lotto Soudal) e Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious).

Una azione che riesce a guadagnare rapidamente una trentina di secondi prima che sia proprio la Jumbo – Visma ad organizzarsi all’inseguimento, mentre i fuggitivi della prima ora vedono il loro vantaggio crollare sotto il minuto. È in quel momento che Loic Vliegen decide di partire da solo, con Bernard e Dewulf che provano ad inseguire, mentre gli altri si arrendono, venendo ripresi dai contrattaccanti al penultimo passaggio sul Cauberg. Nello stesso momento dal gruppo iniziano le accelerazioni decise, con Ide Schelling (Bora-hansgrohe) ad aprire le ostilità. Su di lui si riportano subito Primoz Roglic (Jumbo-Visma), Alejandro Valverde (Movistar), David Gaudu (Groupama-FDJ), Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep) e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), con il britannico abile a seguire lo sloveno quando rilancia per andare a chiudere definitivamente sugli ultimi contrattaccanti rimasti, ovvero Van Baarle, Rui Costa e Colbrelli.

Mentre una caduta taglia fuori anche Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team), è nuovamente Schelling a partire da un gruppo decisamente molto allungato, riuscendo così a rientrare su Bernard, Dewulf e Lammertink, ultimi rimasti all’inseguimento di Vliegen. Il giovane neerlandese viene poi raggiunto da Dewulf, mentre dietro è Alexey Lutsenko (Astana – Premier Tech) ad alzare il ritmo assieme a Primoz Roglic, votato alla causa del team. Schelling riesce comunque a restare da solo con un nuovo scatto dopo aver ripreso anche Vliegen, ma il suo vantaggio è ancora decisamente ridotto, appena di venti secondi a 25 chilometri dal traguardo. Alle sue spalle continua chiaramente la bagarre, con Ben Tulett (Alpecin-Fenix) che prova a farsi vedere, ma la sua azione è annullata da Van Baarle prima che la UAE Team Emirates si porti in testa a fare il ritmo assieme alla Deceuninck-QuickStep, intenzionata a scortare Julian Alaphilippe in vista dell’ultimo passaggio sul Cauberg.

Non appena arrivano le prime rampe viene così ripreso Schelling e partono gli attacchi, ai quali Primoz Roglic non può rispondere, costretto a fermarsi a bordostrada per un problema meccanico. Davanti c’è comunque Van Aert, pronto a rispondere agli scatti assieme ad Alaphilippe. Al termine di una serie di accelerazioni con loro anche Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), Dylan Teuns (Bahrain-Victorious), Michael Matthews (Team BikeExchange) e il trio Ineos Grenadiers composto da Michal Kwiatkowski, Richard Carapaz e Tom Pidcock. La presenza di questi tre uomini fa saltare tutti gli schemi, visto che sono loro a poter correre per far fruttare la propria superiorità numerica, con una serie di scatti alternati che mandano quasi tutti in difficoltà.

A 12 chilometri dal traguardo arriva lo scatto di Pidcock, seguito solamente da Van Aert e Schachmann, con i quali fa rapidamente la differenza. Il loro margine sfiora i venti secondi, mentre dietro sono Chaves e Vansevenant a fare l’andatura nel gruppetto degli inseguitori, che non tarda a rimpolparsi poco prima del Bemelerberg, dove il vantaggio dei tre battistrada è di 16 secondi. Grazie al forcing della Israel Start-Up Nation i 31 inseguitori rosicchiano qualche altro secondo, ma quando si esaurisce la loro azione il gruppo perde la sua spinta, mentre davanti l’intesa prosegue sino all’ingresso nell’ultimo chilometro. Mentre dietro è Tim Wellens (Lotto Soudal) a cercare di anticipare, i tre battistrada si giocano il successo con una lotta di nervi dopo che Schachmann ha provato un velleitario attacco poco prima.

Wout Van Aert finisce così per affrontare in testa il lungo rettilineo finale, mentre i suoi due compagni di avventura si guardano spesso dietro per non essere beffati dal rientro del gruppo. Il ritmo del belga tuttavia è sufficiente per resistere e giocarsi il successo in uno sprint lanciato da Van Aert all’interno degli ultimi 150 metri. Mentre Schachmann è chiaramente battuto da subito, Pidcock non si arrende, lottando metro per metro, centimetro per centimetro, addirittura millimetro per millimetro con il belga. Alla fine i due arrivano appaiati sul traguardo e serve qualche lungo minuto di attesa prima che la giuria sia in grado di decretare il vincitore. Ovvero Wout Van Aert, che resiste per appena sei millimetri al rientro del britannico.

Risultato Amstel Gold Race 2021

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