I Volti Nuovi del Gruppo, Matteo De Bonis: “Sogno di vincere una tappa del Giro nel Lazio. Adoro Alaphilippe”

Matteo De Bonis è ormai prossimo al suo debutto ufficiale da professionista. Il classe ’95 è passato quest’anno alla Vini-Zabù-KTM, formazione Continental Professional che ha voluto puntare su di lui dopo i diversi piazzamenti da dilettante. Alla vigilia del suo esordio ufficiale con la nuova squadra, previsto al Tour Colombia, il laziale è il protagonista della puntata odierna della rubrica I Volti Nuovi del Gruppo, che permette di conoscere meglio i nuovi protagonisti del nostro ciclismo. La redazione di SpazioCiclismo lo ha infatti intervistato in esclusiva.

Che tipo di corridore sei?

Sono un passista-scalatore.

Sai già quale sarà il tuo ruolo nella nuova squadra?

Prevalentemente aiuterò i miei compagni e cercherò qualche fuga, magari in gare in cui ci sarà concessa l’opportunità.

Quando hai iniziato con il ciclismo? E perché?

Da bambino ho iniziato con il calcio, poi a dieci anni andavo in mountain bike con mio padre, fino a sedici anni. Poi ho fatto juniores e dilettanti, fino al secondo anno élite. Mio padre mi ha trasmesso la passione.

Com’è stato il tuo primo impatto con il professionismo?

L’anno scorso siamo andati solo a fare una corsa in Albania, con squadre Professional. È andata abbastanza bene, mi trovo meglio nelle corse a tappe che in quelle da un giorno che si fanno da dilettante. Preferivo correre sia il sabato sia la domenica, perché poi il giorno dopo vedevo che andavo forte.

È stato il Giro di Albania la tua vetrina per metterti in mostra con una formazione professionista?

Sì, ma penso anche il terzo posto nelle Marche. Poi ho fatto quarto a Rieti, e tanti piazzamenti nel 2019.

C’è qualcosa che ti ha colpito in questi primi mesi da professionista?

L’impatto è molto evidente rispetto ai dilettanti. Ti cambia la vita, cominci ad avere un impatto con la vita differente. Fai le cose mirate, l’alimentazione è perfetta, le ore di sonno e gli allenamenti molto più controllati. Sono tutti dettagli che devono combaciare per arrivare preparati alle gare.

Sai già qual è il tuo programma corse?

Debutterò in Colombia, che anche quest’anno vede una bella startlist. Avevo in programma di andare in Cina, ma con l’annullamento della corsa a causa del virus dovremo rivedere il calendario.

Hai qualche possibilità di partecipare al Giro d’Italia?

Quest’anno penso di no, anche perché non sarei pronto al 100% per affrontare un grande giro. L’anno prossimo, se mi daranno l’opportunità, mi farò trovare pronto. Bisogna fare un passo alla volta.

Quali obiettivi ti poni per questa stagione?

Vorrei far bene e ambientarmi. Spero magari di centrare qualche top ten, se mi sarà data l’opportunità. Al Tour of the Alps mi piacerebbe stare davanti a combattere con i big e aiutare i miei compagni.

Da ciclista laziale, pensi che la maglia rosa di Valerio Conti abbia contribuito al movimento nella vostra zona?

Nella nostra regione il ciclismo non è pane quotidiano, ci sono pochi ciclisti ma noi che abbiamo l’opportunità di essere professionisti speriamo di far crescere bene i ragazzi e far venire voglia di entrare in questo mondo.

Qual è stato il tuo momento migliore e quale il peggiore finora?

Il migliore è stato lo scorso anno, in cui sono stato bene tutto l’anno. Peggiore non credo ci sia stato, sono partito sempre dal basso fino ad arrivare al massimo. La mia crescita è stata costante.

Hai qualche corsa preferita? Quale sceglieresti ti vincere in carriera?

Non è facile scegliere… Mi piacerebbe vincere una tappa del Giro.

Magari dalle tue parti…

L’anno scorso c’è stato un arrivo a Terracina, ma non era molto adatto alle mie caratteristiche. Quest’anno non si passa dalla mia zona. Ho letto però che potrebbero fare una tappa dedicata a Pantani nel Lazio nel 2021. E già quella sarebbe più adatta a me. A me piacerebbe. Anzi, colgo l’occasione per invitare l’organizzazione a farla (ride, ndr).

Siete un gruppo giovane, ma con un leader esperto come Visconti.

Giovanni può insegnare a noi ragazzi come correre. Ha sempre cercato di fare gruppo, a me sembra che siamo molti compatti, ci mettiamo a disposizione per tutto, ed è importante. Poi imparare da un corridore come lui è molto bello.

Hai un corridore di riferimento in gruppo?

A me è sempre piaciuto Alaphilippe, adoro il suo modo di attaccare. Poi l’anno scorso è stato strepitoso. Da ragazzo invece Pantani.

Lancia un messaggio ai lettori di SpazioCiclismo.

Vorrei motivare i ragazzini ad andare in bici, perché è la cosa più bella che possa esistere. E poi di costruire piste ciclabili, tutti i giorni ci sono incidenti e persone alla guida distratte, magari perché sono al telefono. E non ci vedono. Con le piste ciclabili si spingono i bambini a provare questo meraviglioso sport. Negli ultimi anni la situazione in strada è peggiorata notevolmente. Quando le macchine ti sorpassano, vedi sempre che sono al telefono, distratti.

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