#SpazioTalk, Damiano Caruso: “Non so se farò il Giro, ma nel caso punterei a una vittoria di tappa”

Damiano Caruso ha appena terminato la stagione migliore della sua carriera. Il corridore della Bahrain Victorious è stato grandissimo protagonista del Giro d’Italia 2021, concluso in seconda posizione nella classifica generale con anche una splendida vittoria di tappa sull’ultimo arrivo in salita. Il siciliano, che aveva cominciato la corsa con il ruolo di gregario di Mikel Landa, ha avuto la possibilità di giocarsi le sue carte con il ritiro del basco, sfruttando l’occasione nel migliore dei modi. Il classe ’87 si è poi aggiudicato una frazione alla Vuelta a España 2021, resistendo in fuga sull’arrivo all’Alto de Velefique. Caruso ha parlato in esclusiva ai microfoni di SpazioCiclismo per il podcast SpazioTalk.

Cosa pensi del percorso del Giro d’Italia 2022? Può essere adatto alle tue caratteristiche?
Ho studiato il percorso, penso sia bello, impegnativo ed esigente. Uno dei più duri degli ultimi anni. Ho letto che ci sono 51.000 metri di dislivello: se consideriamo le cronometro e le tappe di pianura, saranno racchiusi in pochissimi giorni. Sarà un percorso esigente fin da subito, con la partenza in Ungheria e la quarta tappa sull’Etna che delineerà la classifica. Credo ci sia spazio per tutti; per chi cerca le tappe, per chi vuole fare classifica, per i velocisti. Un bel Giro, completo.

Conosci già il programma della tua prossima stagione? C’è possibilità di vederti al Giro?
I programmi verranno definiti a dicembre. Non posso confermare che farò il Giro, la squadra punta molto sul Tour de France. Cercheremo di trovare una via di mezzo. Mi piacerebbe esserci, ma ad oggi non posso dare conferme.

Nel caso in cui dovessi essere al via, hai già visto qualche tappa particolarmente adatta a te?
Ho visto che anche le tappe di media montagna sono particolarmente impegnative. Se aggiungiamo a queste le tappe di montagna dura, ci sono parecchie occasioni per far bene e centrare qualche tappa. Se venissi al Giro, punterei a una tappa. Questo sarebbe l’obiettivo principale. Tutti sappiamo che non si può pronosticare con largo anticipo quello che succede in gara. Adesso l’idea sarebbe di puntare alle tappe, se facessi il Giro.

Quindi in generale difficilmente ti vedremo capitano in un Grand Tour nella prossima stagione, nonostante i risultati in questa?
Bisogna sempre rimanere realisti. Il prossimo anno sarò sulla soglia dei 35. La filosofia è sempre quella del “mai dire mai”, non si può mai sapere cosa succede. Ma non me la sento di dire ad oggi che mi ripresenterò per una classifica. In termini di energie è molto, molto dispendiosa. Di sicuro mi piacerebbe vincere un’altra tappa al Giro d’Italia, qualora dovessi partecipare. Ad oggi non mi vedo nel cimentarmi un’altra volta nella classifica.

Questa stagione è probabilmente la migliore della tua carriera. Parlando con Volpi, ha detto che la tua vittoria al Giro sarà tra quelle che ricorderà con più piacere nella sua esperienza da direttore sportivo.
Penso sia vero, i direttori sportivi che erano con me al Giro, Alberto e Franco Pellizotti, hanno gioito in maniera particolare da quella vittoria, perché ci conosciamo da tanto tempo e per come è stata conseguita. In primis da appassionati di ciclismo, poi anche da direttori sportivi sono rimasti piacevolmente colpiti.

Cosa pensi del nuovo commissario tecnico della nazionale Daniele Bennati?
Gli faccio un grosso in bocca al lupo. Prima di tutto lo conosco come persona, ed è molto stimato e apprezzato in gruppo. Non solo a livello nazionale, ma internazionale. Non ha la bacchetta magica, dovrà cominciare un percorso. Il fatto che ha smesso da poco tempo gli dà una percezione ancora viva della gara e della fatica che si fa in bici. Secondo me ha tutte le carte in regola per iniziare questo nuovo ciclo. Poi speriamo ci sia un po’ di fortuna, per lui come c.t. e per noi come atleti.

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