Giro di Vallonia 2020, Florian Sénéchal attacca l’organizzazione: “Cartellino rosso per loro. Oggi condizioni pericolose, la sicurezza dei corridori non è una priorità?”

I corridori protestano per la loro sicurezza anche al Giro di Vallonia 2020. Dopo la volata horror della frazione inaugurale del Giro di Polonia, dove Fabio Jakobsen ha rischiato la vita, tantissimi corridori si erano lamentati con UCI, CPA, organizzatori e tutte le altre parti interessate, chiedendo maggiori misure di sicurezza. Una battaglia, però, rimasta inascoltata, visto che anche al Giro del Delfinato l’ultima tappa era iniziata con un tratto neutralizzato a causa di una protesta dei corridori per le cadute in discesa del giorno prima (con Steven Kruijswijk che rischia anche di saltare il Tour).

Tuttavia, anche dopo la tappa di oggi del Giro di Vallonia ci sono tante proteste. In particolare Florian Sénéchal, quinto al traguardo della tappa vinta da Arnaud Démare, si è lamentato le condizioni del circuito finale, ma anche delle strade pericolose che l’hanno preceduto, scenario di numerose cadute (Greg Van Avermaet e Giacomo Nizzolo tra i corridori coinvolti, in due diversi momenti, fortunatamente senza grosse conseguenze) e persino di un attacco lanciato dal marciapiede da Philippe Gilbert.

Oggi cartellino rosso per l’organizzazione del Giro di Vallonia – ha commentato il corridore della Deceuninck-QuickStep su Twitter – Circuito troppo pericoloso per un arrivo in volata, strada in cattive condizioni, troppe insidie a bordo strada. La reazione arriva sempre quando c’è la morte o un incidente serio. Rendere le corse sicure per i corridori non è una priorità?”.

 

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