Doping, l’UCI sta studiando nuove strade per combattere il doping

L’Unione Ciclistica Internazionale, da sempre in prima linea nella lotta contro il doping, ha deciso di valutare nuove strade per combattere il problema. È quanto emerge da un comunicato rilasciato oggi dal massimo organismo del ciclismo mondiale, nel quale viene annunciato che il Comitato Direttivo dell’UCI sta studiando l’opportunità di una futura collaborazione con l’International Testing Agency (ITA), organismo lanciato nel 2018 dal Movimento Olimpico con il sostegno della WADA (l’Agenzia Mondiale dell’Antidoping) e che già gestisce i programmi antidoping di oltre 40 organizzazioni, tra cui l’atletica leggera ed altri sport. Questa eventuale collaborazione avrebbe luogo a partire dal 2021, e andrebbe a sostituire quella attuale tra l’UCI e la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation).

È infatti di ieri la notizia, riportata anche dal Corriere della Sera, delle dimissioni di Francesca Rossi, attuale direttrice della CADF. L’UCI sarebbe infatti rimasta insoddisfatta dei risultati ottenuti da questa organizzazione in questi anni e proprio per questo motivo avrebbe contattato l’ITA, anche se nello stesso comunicato il massimo organismo del ciclismo nega che ci sia un legame con la partenza di Francesca Rossi, che sarebbe invece destinata a guidare l’Agenzia Antidoping Francese. La CADF comunque conserverà la responsabilità del programma antidoping del ciclismo nel 2020 e ogni decisione sull’ITA verrà presa nel prossimo Comitato Direttivo che si svolgerà l’1 e il 2 febbraio a Dübendorf, in Svizzera, in occasione dei mondiali di ciclocross 2020.

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