Doping, Danilo Hondo confessa trasfusioni nel 2011 e la Svizzera lo licenzia

Danilo Hondo confessa uso di doping e viene licenziato dalla federazione svizzera. L’ex corridore ha ammesso ieri di aver fatto ricorso a trasfusioni di sangue nel 2011, inserendosi così nel quadro della Operazione Aderlass, al cui centro c’è il medico tedesco Mark Schmidt. Già trovato positivo alla Vuelta a Murcia 2005, il velocista tedesco era riuscito a ricostruirsi una carriera, passando per Tinkoff Credit System e Androni prima di correre nuovamente per squadre di massima divisione come Lampre e RadioShack. Proprio al periodo con la formazione WorldTour italiana risale l’utilizzo di trasfusioni.

“Tre o quattro trasfusioni”, secondo quanto ammette lo stesso Hondo, che ha informato la federazione elvetica nella mattinata di domenica. “Tutti sono rimasti scioccati – aggiunge – Ho subito capito che non c’era più futuro nel ciclismo per me, ancora di più in quanto sono recidivo”. Dopo Stefan Denilf e Georg Preidler, entrambi austriaci, il coinvolgimento nel ciclismo del medico tedesco si allarga, con un raggio di azione che inevitabilmente si fa sempre più vasto, geograficamente e temporalmente (ricordando inoltre che era un collaboratore della Gerolsteiner, formazione sulfurosa di metà anni duemila).

Immediata la reazione di Swiss Cycling, che nel 2015 l’aveva ingaggiato per allenare gli Under23, mentre dal 2016, dopo i Giochi Olimpici di Rio, era alla guida anche della nazionale maggiore. In una conferenza stampa organizzata d’urgenza è stato infatti annunciato il licenziamento in tronco del commissario tecnico.

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