Italia, Francesca Baroni resta senza squadra e lascia il ciclismo: “Con la mia sordità non posso entrare nei corpi militari. Stufa del sistema: tutti sanno, ma tutti tacciono”

Francesca Baroni ha deciso di chiudere la sua carriera da ciclista professionista. A soli 21 anni, l’atleta azzurra si trova costretta ad appendere la bici al chiodo perché, rimasta senza sponsor, non può entrare a far parte dei corpi militari a causa della sua sordità. L’azzurra, più volte campionessa italiana nel ciclocross, ha raccontato la sua decisione nelle pagine del Corriere della Sera, spiegando le tante difficoltà  che deve e soprattutto riesce a superare (anche in gara, quando ad esempio non può usare la radiolina ed è costretta a provare a leggere il labiale delle compagne), dicendosi stufa di una situazione nota a tutti, ma senza che nessuno muova un dito.

Ho deciso di smettere di correre in bici, di abbandonare il sogno di far diventare il ciclismo il mio lavoro – ha dichiarato – Si apre un nuovo capitolo della mia vita anche se la bicicletta resterà nel mio cuore. Ma mi sono stufata di continuare a far parte di un sistema dove tutti sanno, ma tutti tacciono e piegano la testa per evitare problemi”.

La classe ’99, poi, aveva anche il problema di doversi dividere in due team durante l’anno, uno per la strada (la Isolmant-Premac-Vittoria) e uno per il ciclocross (la Selle Italia Guerciotti), ma le esigenze dei due team diventavano sempre più sovrapposte, così come sovrapposti sono i calendari delle due discipline, e l’atleta italiana si è trovata costretta a lasciarli entrambi (“credo sia stata consigliata male” il commento del suo ex team manager su strada Giovanni Fidanza, che ha accusato anche la federazione per la sovrapposizione dei calendari), arrivando quindi alla decisione di chiudere la carriera, vista l’impossibilità di entrare nei corpi militari.

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