Pagelle Milano – Sanremo 2020: Wout Van Aert perfetto, Julian Alaphilippe quasi, Michael Matthews stoico, Vincenzo Nibali generoso

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 10: Dopo il successo alla Strade Bianche e il piazzamento alla Milano – Torino arriva da favorito e non delude le aspettative. Una corsa perfetta la sua, mettendo gli uomini a controllare fino a quando non decide di seguire l’azione giusta sul Poggio. Bravo a non strafare quando viene staccato, rientra in discesa e non ha poi paura di perdere quando si trova a fare gli ultimi 1500 metri fisso in testa. La sua volata è la conferma di una potenza e resistenza che in gruppo sono decisamente in pochi ad avere. Se qualcuno aveva dubbi del suo livello dopo la caduta al Tour de France, la risposta è tutta qui.

Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), 9,5: Non sbaglia niente, ha solo trovato qualcuno di più forte. Il campione uscente arriva in sordina, ma in corsa dimostra di essere in grande forma. Sul Poggio è tatticamente perfetto, aspettando che arrivi un attacco deciso nel tratto duro. Poi rilancia e dimostra di averne più di tutti. Bravo anche nel finale a costringere Van Aert a restare davanti. Non basta, ma non per colpa sua.

Michael Matthews (Sunweb), 9: Vince la volata del gruppo con una mano sanguinante. Ferito, non perde tempo ad aspettare di farsi curare e riparte subito in sella. Stoico, viene premiato con un terzo posto tutt’altro che scontato, a conferma delle qualità di un corridore completo, capace di superare bene le salite e di conservare una ottima punta di velocità.

Peter Sagan (Bora-hansgrohe), 7,5: Per la sesta volta conclude in quarta posizione una corsa che sembra per lui perfetta, ma che continua a sfuggirgli. Oggi punta praticamente tutto sul suo sprint, correndo molto più di rimessa rispetto al solito. Dimostra di non essere poi così in cattiva forma come poteva sembrare, ma anche oggi gli manca quel qualcosa per fare la differenza visto che comunque ha perso anche la volata.

Giacomo Nizzolo (NTT Pro Cycling), 7,5: Fin da inizio stagione aveva detto di voler fare della Sanremo il suo grande obiettivo. Malgrado il cambio di percorso decisamente non lo favorisse, il corridore brianzolo ha risposto più che presente, dimostrando di essere molto più di un velocista. Il quinto posto finale è la conferma che nei grandi appuntamenti più davvero giocarsela con i big.

Dion Smith (Mitchelton-Scott), 7,5: Sesto in mezzo a nomi di altissimo livello in una delle corse più importanti a livello internazionale. Alzi la mano chi aveva pronosticato oggi un risultato di questo tipo per lui, corridore completo e generoso, ma che sinora non aveva mai avuto guizzi come questo a questo livello.

Alex Aranburu (Astana), 7: Fa esattamente quello che ci si aspettava da lui. Resiste e poi si getta nella mischia. Un bel piazzamento per un corridore che sta dimostrando di poter essere più di un generoso attaccante da lontano. La Astana gli ha dato fiducia e sta dimostrando che hanno fatto molto bene. Forte in salita, veloce allo sprint, può togliersi grandi soddisfazioni.

Greg Van Avermaet (CCC), 6,5: Non si vede molto e alla fine chiude con un piazzamento discreto, ma che nulla aggiunge ad un corridore come lui. Farsi trovare nella forma giusta in questo momento non era assolutamente semplice, per cui è difficile pensare di rimpoverarlo per una corsa troppo difensiva che lo vedeva così inevitabilmente destinato ad un risultato di questo tipo.

Philippe Gilbert (Lotto Soudal), 6,5: Avrebbe dovuto attaccare per poter vincere, ma non ne aveva. Corre di rimessa, spesso davanti, ma mai nel vivo, più di esperienza che di gambe. Come il suo nono posto finale che se non è da buttare resta comunque ben lontano da quel sogno di vittoria che culla da tempo e che ormai è diventato probabilmente l’ultimo grande obiettivo di una grande carriera.

Matej Mohoric (Bahrain-McLaren), 6,5: Si fa vedere in discesa dopo il poggio, confermando, dopo il bel piazzamento dello scorso anno, di non soffrire i trecento chilometri e di poter essere competitivo in questa corsa. Dovrà però fare qualcosa in più se un giorno vuole vincerla.

Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), 6,5: Lo scatto arriva al momento giusto, come dimostra Alaphilippe, ma le sue gambe non sono quelle dei momenti migliori, né così esplosive come quelle del francese. Di testa e di cuore prova a reggere, ma le gambe non lo consentono. È poi sempre tra i più attivi nell’inseguimento, anche se già sa che in caso di volata è battuto. Da applausi comunque la tattica della squadra statunitense che anima la corsa grazie ai vari Nicola Conci, Jacopo Mosca, Giulio Ciccone e Gianluca Brambilla, che costringono il gruppo a lavorare e faticare.

Andrea Vendrame (Ag2r La Mondiale), 6,5: Chiude a ridosso dei dieci con una prestazione silenziosa, ma efficace. Corridore resistente e veloce, fa meglio del suo capitano Oliver Naesen, probabilmente uno dei grandi assenti di questa edizione visto un percorso che poteva sorridergli.

Michal Kwiatkowski (Ineos), 6: Ha il merito di provarci anche se non ne ha, spendendo energie che probabilmente gli avrebbero permesso di ottenere un piazzamento migliore. Ma d’altro canto lui questa corsa l’ha già vinta e qualsiasi altro risultato è positivo, ma di certo non all’altezza.

Davide Formolo (UAE Team Emirates), 6: Anche lui spende energie che altri risparmiano, finendo un po’ dietro poi in uno sprint che comunque non è la sua qualità migliore. Forse avrebbe dovuto osare qualcosa in più nel momento decisivo; forse non avrebbe vinto, ma avrebbe fatto ancora più esperienza e magari anche un piazzamento migliore.

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix), 6: Conferma di non essere in grandissima forma con una corsa abbastanza anonima, in cui si fa vedere davanti, ma non nei momenti decisivi, né giusti. Spende comunque tanto e nel finale ha il merito di voler provare una disperata rimonta che gli impedisce di conquistare un piazzamento che sarebbe stato alla sua portata.

Arnaud Démare (Groupama-FDJ), 6: È tra i pochissimi velocisti a riuscire a reggere su un percorso così duro, ma alla fine le energie spese sono così tante che chiude ultimo del gruppetto degli inseguitori. Non era certo semplice per uno come lui reggere ad una corsa del genere, a conferma che un giorno potrebbe anche riuscire a bissare quel contestato successo del 2016 per mettere a tacere tutte le critiche.

Tutti gli altri velocisti, 5,5: Più o meno perdono contatto tutti quando la corsa entra nel vivo. Il cambio di percorso, a queste condizioni estive e con una preparazione precaria, è stata fatale per le loro ambizioni. Sicuramente qualcuno più deludente di altri nelle modalità e nel risultato, ma nel complesso hanno molte attenuanti.

Caleb Ewan (Lotto Soudal), 5: Dopo il bel secondo posto alle spalle di Vincenzo Nibali nel 2018 questa corsa sembra perfetta per lui, ma oggi è il primo velocista a staccarsi, decisamente prima di tutti gli altri. La corsa era particolarmente dura, va riconosciuto, ma nella top ten qualche velocista, seppur non purissimo, c’è.

Matteo Trentin (CCC), sv: La sua corsa finisce poco dopo i cento dall’arrivo per una sfortunata caduta.

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