Il Lombardia 2020, George Bennett: “Dovevo provarci, Fuglsang è stato più forte. Non potevo aspettare”

George Bennett a un passo dalla gloria a Il Lombardia 2020. Il neozelandese è stato sempre attivo nella prima parte della corsa, rispondendo con intelligenza e brillantezza alle sollecitazioni di giornata, riuscendo sempre a trovarsi nel gruppo di testa e non venendo mai costretto a inseguire. Dopo essere rimasto da solo con la coppia dell’Astana formata da Aleksandr Vlasov e Jakob Fuglsang sul Civiglio, il San Fermo della Battaglia lo ha visto provare ad attaccare in un paio di occasioni, per poi soccombere all’attacco deciso del danese e chiudere in seconda posizione. Un’ulteriore dimostrazione dei grandi miglioramenti nelle classiche, dopo che soltanto tre giorni fa aveva conquistato il successo al Gran Piemonte 2020.

Il 30enne può quindi essere abbastanza soddisfatto della sua prestazione, anche perché non era certo il favorito nel caso di arrivo in volata, come spiegato ai microfoni di CyclingPro.net all’arrivo: “Dovevo provarci e cercare di crearmi un vantaggio. Il team ha fatto davvero un ottimo lavoro, io dovevo provarci sull’ultima salita e l’ho fatto, sapevo che lui era molto più veloce di me. Jakob è stato molto intelligente, io non potevo fare altro. Non avevo i numeri per aspettare e giocare, corro per vincere e dovevo attaccare per farlo. Alla fine sono scoppiato, Jakob è stato più forte“.

Bennett ha poi spiegato le sue mosse nei punti chiave della corsa: “Sul Civiglio stavo bene, ho aspettato intenzionalmente sapendo di avere le gambe. Non avevo deciso il punto in cui avrei davvero attaccato e dato tutto. Sapevo anche che la Trek aveva tre corridori dietro, quindi sapevo che dovevamo provare ad andare. È piuttosto tattico quando si ha una situazione del genere, con un corridore da solo contro due squadre. Ho pensato che il mio unico piano potesse essere quello di attaccare. Ovviamente sono deluso che non abbia funzionato, ma ho avuto davvero una bella settimana, il team è andato molto bene, non mi posso lamentare granché“.

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