Tour de France 2022, George Bennett è pronto a lavorare per Tadej Pogacar: “Pericoloso ridurre la sfida solo a UAE e Jumbo”

Dopo un periodo non felicissimo il corridore neozelandese si è ritrovato al Giro del Delfinato

George Bennett approccia con fiducia il Tour de France 2022. La prima stagione con la maglia della UAE Emirates Team non sta andando come avrebbe voluto, ma dopo il Giro del Delfinato il corridore neozelandese guarda con particolare nell’imminente Tour de France. Nell’ultima tappa della corsa transalpina è stato protagonista della fuga di giornata ed ha ottenuto un buon piazzamento di tappa. Ha così ritrovato le buone sensazioni in salita, terreno nel quale è sempre andato forte, e anche la fiducia in sé stesso che gli infortuni di inizio stagione avevano minato.

“Ho sofferto tanto in questo Giro del Delfinato – ha ammesso Bennett in un intervista a Cyclingnews – Sono rimasto a lungo fermo in primavera e sono tornato in bici solo da quattro o cinque settimane. Speravo di ritrovare la gamba più in fretta qui, il livello è stato invece cosi alto che mi ci son volute tutte le tappe per trovare una buona condizione. Ci sono volute sette tappe di sofferenza per trovare le gambe giuste l’ultimo giorno. Quel giorno mi sono sentito molto bene. Sono felice di lasciare la corsa ritrovando un po’ di fiducia perché chiaramente a volte finisci per dubitare di te stesso. Ora ho ritrovato la giusta sensazione, quella che mi serviva prima del Tour“.

La fuga nell’ultima tappa con il duro arrivo di Plateau de Solaison, conquistata da Jonas Vingegaard su Primoz Roglic vincitore finale, ha riportato il sorriso nel volto del neozelandese nonostante la tremenda fatica. Dopo una prima parte di stagione che lo ha costretto ai box per malattia è finalmente riuscito a ritrovare la condizione proprio poco prima dell’obiettivo più importante per il suo team, il Tour de France. Bennett sarà un prezioso gregario per Tadej Pogacar anche perché negli ultimi anni lo è stato alla Jumbo-Visma per il più grande rivale del giovane sloveno. È dunque ora pronto per lottare dall’altra parte della barricata.

Sarebbe pericoloso ridurre la sfida solamente a UAE e Jumbo – continua Bennett – Ci sono altre squadre e altri corridori molto forti al Tour, ridurre solamente a questa due squadre sarebbe un rischio per noi. Sappiamo quanto è forte la Jumbo e ovviamente guarderemo a loro, ma dovremo guardare più che altro a noi stessi.” Chi meglio di lui potrà dare importanti indicazioni dopo aver passato sette anni come scudiero di Roglic alla Jumbo. Nell’ultima tappa del Delfinato ha potuto constatare ulteriormente il dominio della squadra giallonera con la doppietta di tappa con Vingegaard in parata con Roglic e la doppietta in classifica generale con ordine invertito.

“Sono davvero molto forti, specialmente Primoz e Jonas sono ad un livello altissimo, ma ho grande fiducia in Pogacar – aggiunge Bennett – Ma non c’è solo lui, anche i ragazzi che lo circondano come Brandon McNulty, Marc Soler, Marc Hirschi e Rafal Majka sono molto forti in montagna. Hanno una squadra fortissima, ma anche noi abbiamo una squadra fortissima”.

Il classe 1990 avverte inoltre che non sempre quello che succede prima del Tour de France poi porta ai risultati sperati: “Ho visto il quadro completo. Al Tour del’Ain 2020 c’ero ed ero uno dei ragazzi che tiravano in testa. La squadra ha dominato tutte le corse fino al Tour de France quell’anno, ma poi non lo abbiamo vinto quel Tour…”

Ora, tra i pochi che non sono interessati dai Campionati Nazionali visto che i suoi si sono corsi a gennaio, Bennett rifinirà la sua preparazione per la Grande Boucle. Dopo le settimane di allenamento e il ritmo gara al Delfinato seguirà un programma con “un po’ di altura, dietro moto e lavoreremo sulla VO2 per raggiungere il picco di forma adatto al Tour de France. La primavera è stata deludente, ma la stagione si giudica in base al risultato del Tour”.

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