Deceuninck-Quickstep, Viviani parla del suo trasferimento alla Cofidis: “Orgoglioso che sia costruita intorno a me”

Alla vigilia della Classica di Amburgo, Elia Viviani si confessa in una lunga intervista a Cyclingnews. Il veronese, che si presenta al via della corsa tedesca da doppio campione in carica (ha infatti vinto sia nel 2017 che nel 2018) per tentare il tris (sarebbe un record), ha parlato di quella che è stata la sua stagione finora e degli obiettivi futuri, in particolare delle gare su pista a Tokyo 2020, senza comunque perdere di vista obiettivi più immediati, come Amburgo e Bretagne Classic, corse nelle quali, per la prima volta, indosserà in gara la maglia di Campione Europeo conquistata ad Alkmaar due settimane fa.

Sto cercando di tenere duro e mantenere la forma che il Tour mi ha dato per queste ultime due garePoi, dopo un breve riposo, mi concentrerò sulla pista”, esordisce Viviani, che ammette come il periodo più difficile della stagione sia stato durante e dopo il Giro d’Italia: “Ovviamente, dopo il Giro, il morale era basso. Avevo bisogno di credere in me stesso un po’ di più. Ho dovuto allenarmi duramente per tornare più forte di prima. Vincere al Tour ha chiuso un cerchio in termini di ciò che mi era rimasto da vincere. Quando penso a ciò che mi è rimasto, mi manca solo un’importante classica, la Gand-Wevelgem o la Milano-Sanremo.”

Un Tour soddisfacente, ma non fino in fondo, per l’ex campione italiano, sempre alla ricerca della perfezione: “Dopo Parigi, ad essere onesti, quando ho ripensato al mio Tour, ho sentito che avrei potuto fare di più. Ho vinto una tappa ma, senza errori, credo che avrei potuto vincerne due o tre. Ero soddisfatto della mia vittoria di tappa, ovviamente, ma penso che avrei potuto fare di più. Ma forse questo mi ha aiutato ad essere più determinato per Londra e per i campionati europei. Sono un atleta ambizioso, ma sono anche realistico”.

Ovviamente, uno dei temi principali dell’intervista riguarda il suo trasferimento dalla Deceuninck-Quickstep alla Cofidis: “Il mio desiderio all’inizio dell’anno era di rimanere, ma [la Deceuninck] è una squadra con un sacco di campioni, quindi bisogna fare delle scelte e quelle scelte, molto giustamente, sono fatte da Patrick (Lefevere, ndr). Soprattutto, mi dispiace lasciare questo fantastico gruppo, ma la Cofidis è un progetto che mi è piaciuto subito. Sarà una squadra costruita principalmente intorno a me e questo mi rende orgoglioso“.

Infine, il pensiero va inevitabilmente all’estate del prossimo anno, quando alle Olimpiadi in Giappone il veronese tenterà di confermare l’oro vinto su pista nell’omnium a Rio 2016, anche se l’intenzione è quella di non limitarsi ad una sola gara: “L’omnium è il mio obiettivo numero uno, subito dietro c’è l’americana (o madison). Per l’inseguimento (a squadre, ndr), è un po’ diverso, dovremo vedere. In questo momento, la squadra italiana di inseguimento è molto forte, e faranno una preparazione specifica. Sarebbe un sogno fare parte dei quattro più forti, ma è qualcosa che decideremo solo nel mese che precede Tokyo.”

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