Caso Froome, il Keniano Bianco potrebbe correre un GT simulato per difendersi

Chris Froome potrebbe correre un grande giro in più in questo 2018. Prima di Giro d’Italia e Tour de France il Keniano Bianco potrebbe infatti imbarcarsi in un’impresa aggiuntiva per dimostrare la sua innocenza. La Gazzetta dello Sport rilancia infatti un’indiscrezione secondo la quale il corridore della Sky affronterà “una simulazione di un grande giro” che sarà “resa pubblica su Strava, il social network attraverso il quale si condividono le prestazioni in bici, e realizzata in Sudafrica, dove si trova adesso”. Lo scopo di questo piano è piuttosto chiaro: simulare le condizioni dell’ultima Vuelta a España, durante la quale è risultato positivo al salbutamolo in un tasso nettamente superiore al consentito.

L’impresa, che sarebbe pubblicata sul web nel nome di una trasparenza che ora sembra voler essere parola chiave, permetterebbe dunque di svolgere alcuni dei test che sinora sono considerati altrimenti praticamente impossibili da replicare vista la specificità della reazione del fisico durante una corsa estenuante di tre settimane. Lo stesso quotidiano rosa parla tuttavia di “un’indiscrezione che va presa con le molle”, anche se in un contesto in cui il motto sembra essere ‘o la va, o la spacca‘ assume comunque i connotati di una possibilità, per quanto remota, non completamente da escludere.

Quel che è certo è che la strategia non contempla la possibilità di dichiararsi colpevoli, così cormai appare praticamente certo che la difesa punti ad un problema renale, che abbia impedito la corretta metabolizzazione ed espulsione della sostanza. Anche in questa direzione “sarebbe stata avanzata – aggiunge la rosea – una richiesta per una serie di esami supplementari e si starebbe aspettando una risposta in tal senso”. Considerando che il regolamento non prevede tempistiche entro cui presentare i propri atti difensivi e che il lavoro dei legali del britannico si vuole necessariamente certosino, sembrano farsi sempre più lunghi i tempi per una soluzione del caso, malgrado da più parti (ultimo solo in ordine di tempo il presidente UCI David Lappartient) si chieda la massima rapidità possibile per non inficiare la stagione.

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