Caso Froome, Bakelants favorevole ad una squalifica – L’AMA potrebbe fare ricorso se l’UCI non dovesse sanzionare

Anche Jan Bakelants contro Chris Froome. Se inizialmente i suoi colleghi si erano soprattutto distinti per prudenza riguardo la sua positività al salbutamolo, negli ultimi giorni il Keniano Bianco sta vedendo emergere critiche dall’ambiente. Non solo per quello che viene visto come un trattamento anomalo visto che il corridore non è stato sospeso, né dall’UCI (che ha precisato aver seguito il regolamento), né dalla Sky, ma ormai sono in molti a ritenere che il britannico andrebbe sospeso. Ultimo in ordine di tempo il corridore della Ag2r La Mondiale, che ritiene “giusta una squalifica”.

Dovrà essere sospeso – spiega Het Laastse Nieuws – Ulissi fu trovato con 1900 nanogrammi per millilitro e fu sospeso due anni, poi ridotti a nove mesi, ma Froome stava sui duemila. Non vedo come ne possa uscire. C’è un precedente e l’AMA non gli crederà”. Da segnalare che l’ex direttore della Agenzia Mondiale Antidoping Dick Pound ha spiegato come l’organismo internazionale di controllo potrebbe effettivamente fare ricorso contro una eventuale mancata squalifica del Keniano Bianco da parte dell’UCI, facendo così finire il caso davanti al TAS di Losanna.

Questo significherebbe allungare ulteriormente le tempistiche di un caso che si preannuncia già complesso e, quindi, necessariamente non proprio breve, come sin dall’inizio era emerso. Inoltre, le difficoltà nel dimostrare la propria tesi, che richiede inoltre anche ricerche mediche aggiuntive, potrebbe portare gli avvocati della difesa in primis, ma successivamente anche dell’accusa, a dover prolungare ulteriormente le procedure per guadagnare tempo. Lasciando così nuovamente il ciclismo con una spada di Damocle sulla testa, in attesa di un giudizio che potrebbe anche essere poi ribaltato in sede definitiva.

Dopo le critiche di Mathieu van der Poel, che sostanzialmente ritiene una zona grigia le esenzioni, e quelle ancor più dirette di Greg Lemond, per il quale le scuse di Froome non sono veritiere, starebbe dunque emergendo in maniera aperta anche all’interno dell’ambiente ciclismo una corrente non proprio favorevole al Keniano Bianco e alla Sky, all’ennesimo polverone negli ultimi anni.

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