Vuelta a España 2017, Froome sempre più nella storia: il 2018 potrebbe regalargli la leggenda

Chris Froome sempre più nella storia del ciclismo. Con questo successo alla Vuelta a España 2017, da anni inseguito e finalmente raggiunto, il corridore britannico raggiunge una ulteriore dimensione nell’elite del ciclismo internazionale. Sicuramente la corsa iberica è secondaria al Tour de France per prestigio, ma la conquista di un secondo GT nella stessa stagione è qualcosa davvero riservato a pochissimi, tanto che effettivamente ci son voluti parecchi tentativi infruttuosi e tanta sofferenza per farcela. Non è dunque un caso che ieri il Keniano Bianco sembrava ancor più emozionato rispetto ai suoi numerosi trionfi alla Grande Boucle.

La corsa spagnola la inseguiva ormai dal lontano 2011, quando fu proprio l’Angliru a sancire la sua sconfitta, e da allora erano arrivati tre secondi posti, un quarto e un ritiro. Da tempo il corridore britannico è criticato per essere eccessivamente Tourcentrico e questa vittoria non cambia del tutto la questione, ma bisogna anche effettivamente notare che la sua preparazione quest’anno è stata notevolmente cambiata proprio per non dare troppo in Francia e avere ancora energie residue in Spagna. Missione compiuta, complice sicuramente anche la sfortuna dei rivali, con la proverbiale fortuna che comunque aiuta gli audaci.

L’impresa è dunque di quelle molto rare, quasi uniche. Infatti, nella storia, solo altri due corridori, due leggende del ciclismo, erano riusciti nell’impresa: Jacques Anquetil e Bernard Hinault. In questo senso è dunque raro quanto fatto dal britannico, ma la sua impresa al momento è unica perché Chris Froome è il primo a vincere, in questa successione, l’accoppiata Tour-Vuelta. In passato infatti le due corse erano invertite, con la rassegna iberica che si correva persino prima del Giro. Inoltre, non solo c’era più tempo fra le due corse, ma minori erano anche le tappe in programma in Spagna (15 per Anquetil, 19 per Hinault). Certo, i chilometraggi erano diversi. Insomma, fare i paragoni, come sempre, è impossibile. Tanto quanto inutile. Quel che è certo, è che l’impresa del Keniano Bianco gli vale un ulteriore posto nella storia. Piaccia o meno.

E un altro posto, ancor più illuminato, potenzialmente lo aspetta. Il 2018 potrebbe infatti essere la stagione dell’ulteriore consacrazione dell’indiscusso leader del Team Sky. Nel mirino ci potrebbero essere altre cinque potenziali pietre miliari di una carriera già eccezionale, che a quel punto diventerebbe inevitabilmente leggendaria: la tripla corona, doppietta Giro-Tour, tre GT consecutivi, la cinquina al Tour e il poker nei GT di fila. Tutti obiettivi che, suona quasi incredibile pensarlo e scriverlo, sembrano alla sua portata. Una vittoria al Giro d’Italia 2018 gli garantirebbe di entrare in una ristretta cerchia (di cui fanno parte solo sei corridori nella storia, tra i quali due grandissimi rivali come Alberto Contador e Vincenzo Nibali) ottenendo almeno un successo in ogni GT, raggiungendo inoltre Eddy Merckx e nuovamente Hinault come gli unici ad essere riusciti a conquistare tre GT consecutivi. Nel caso dovesse veramente riuscirci, potrebbe a quel punto presentarsi al Tour de France 2018 per andare a cercare la cinquina alla Grande Boucle (altro obiettivo decisamente per pochi: oltra ai già citati Anquetil, Merckx e Hinault manca solo Miguel Indurain). E, così facendo, raggiungere il Cannibale a quota quattro GT consecutivi.

Certo, per fare tutto questo dovrebbe mettere in pericolo la cinquina al Tour, che è l’obiettivo a cui ha mostrato di tenere di più. La Corsa Rosa sinora non lo ha mai interessato più di tanto, essendo un vero e proprio ostacolo al Tour, ma entrare nella storia fa gola. La doppietta Giro-Tour l’anno prossimo mancherà da 20 anni esatti, da quando Marco Pantani raggiunse Stephen Roche, Fausto Coppi e i soliti Hinault, Merckx e Hinault. Chi ci ha provato in questi anni ci si è duramente scontrato, ma era senza poter contare sulla corazzata che solo il britannico è in grado di condurre all’obiettivo. Sembra qualcosa di irrealizzabile, e probabilmente lo è. Forse per vederlo al Giro bisognerà aspettare piuttosto il 2019, se non il 2020, quando potrebbe aver raggiunto i suoi obiettivi al Tour, che rappresentano per lui la missione primaria.

Ma chissà che entare nella storia, quasi in un colpo, solo possa fargli cambiare idea e intezioni. Sembra quasi fantascienza, o forse anche senza quasi, ma concretamente, per quanto mostrato in questi anni, se c’è qualcuno che può riuscirci è lui. Se dovesse riuscirci indubbiamente sarebbe nell’élite assoluta del ciclismo di tutti i tempi. Con alla portata un obiettivo mai riuscito a nessuno: conquistare i 3 GT in un solo anno (arrivando inoltre a 5 GT consecutivi). Dalla storia alla leggenda.

PS Le probabiltà che quanto scritto non si avveri perché Chris Froome il prossimo anno sceglierà il suo calendario tradizionale sono altissime. Ma fosse anche il 99,9%, quello 0,1% lascia un inguaribile romantico sperarci. Che riesca o meno non importa. Ma se ci dovesse provare…

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