Le 10 Scommesse del 2021, 1: Chris Froome

Il nuovo anno è ormai arrivato e, sostanzialmente concluso il CicloMercato 2021, possiamo cominciare ad analizzare la nuova stagione. In particolare, grazie al consueto articolo riguardante le 10 Scommesse del 2021 analizzeremo i dieci nomi, tra rinnovi e trasferimenti, che rappresentano le più grandi sfide. Per loro stessi o per le proprie squadre, i dieci corridori che abbiamo selezionato sono attesi da una stagione molto importante nella propria carriera, per una possibile svolta o un rilancio. Giovani promesse, talenti sinora mai realmente sbocciati, corridori in cerca di riscatto o decisi a tentare una nuova avventura, tra i corridori selezionati da SpazioCiclismo figurano corridori molto diversi fra loro, accomunati tuttavia dalle grandi ambizioni per l’anno ormai alle porte.

 1. Chris Froome (Israel Start-Up Nation)

Può l’innesto del corridore di grandi giri più vincente dell’ultimo decennio essere considerato una scommessa? La mossa di Chris Froome lo è senza dubbio. Dopo una decade con la stessa squadra, di cui non è stato il primo vincitore, ma di sicuro il più emblematico e significativo, il Keniano Bianco ha lasciato la Sky diventata Ineos Grenadiers per non dover condividere la leadership. Una scelta senza dubbio rischiosa, visto che approda ad una squadra giovane, non abituata a questi traguardi. Dal canto suo il team ha iniziato a costruire attorno al nuovo capitano un team il più forte possibile, con alcuni arrivi di spessore che potrebbero dare un contributo importante, ma restano comunque tutti i dubbi riguardo il livello che un 35enne può ancora raggiungere dopo il tremendo infortunio riportato e un lungo stop dal quale, per quanto mostrato nel corso del 2020, non si è ancora del tutto ripreso.

 

2. Fabio Aru (Qhubeka-Assos)

© Fabio Aru

Quella di Fabio Aru è una delle scommesse più ardite dell’anno. Lo scalatore di Villacidro, tra problemi fisici e psicologici, è l’ombra di se stesso da ormai due anni abbondanti. Sullo Zoncolan al Giro d’Italia 2018 è infatti arrivato il primo segnale preoccupante, sintomo di un malessere trascinatosi fino all’anno successivo quando è stato operato alla gamba. Superato il problema fisico, un incoraggiante Tour de France 2019 sembrava averlo riportato tra i grandi ma poi il 2020 ha riportato a galla tutti i problemi, il cui emblema è il contestato e fin troppo discusso ritiro proprio al Tour. L’approdo in una realtà particolare come quella della Qhubeka-Assos potrebbe essere finalmente l’occasione per dare una svolta alla carriera di un talento cristallino che a 30 anni può e deve ancora dare tanto al ciclismo italiano e internazionale. La decisione di dilettarsi con il ciclocross in queste ultime settimane ci restituisce l’immagine di un Aru con la giusta voglia di rimettersi in gioco per un nuovo inizio. E tutti speriamo che sia davvero così.

3. Romain Bardet (Team DSM)

© Sirotti

Per la prima volta da quando è professionista, il transalpino decide di cambiare squadra abbandonando la formazione con la quale è cresciuto, l’Ag2r, per passare all’ex Sunweb e tentare di tornare al suo livello migliore dopo un paio di annate avare di soddisfazioni. In realtà, segnali di ripresa da parte sua si sono già visti durante l’ultimo Tour de France quando, fino alla caduta nella tredicesima tappa che l’ha costretto al ritiro, il 30enne era in lotta per salire sul podio, un risultato già ottenuto per due volte in passato. Al Team DSM l’agile scalatore francese potrebbe trovare l’ambiente ideale per fare in modo che questi segnali possano trasformarsi in qualcosa di più concreto; un ambiente nel quale correre senza particolari pressioni e senza aspettative specifiche, in una squadra che negli ultimi anni ha portato al vertice tanti giovani talenti e che ora vorrebbe provare a fare lo stesso con un corridore già più maturo, ma che può ancora dare molto.

4. Greg van Avermaet (Ag2r Citroën)

© Sirotti

Nella stagione dei suoi 36 anni, il campione olimpico in carica cambia squadra dopo ben dieci anni. Una scelta forzata vista la chiusura della ex BMC diventata CCC, con la Ag2r Citroën che ha deciso di puntare forte su di lui e la sua esperienza, offrendogli un contratto triennale, che dunque si concluderà quando avrà ampiamente superato i 38 anni. Corridore completo, forte sugli strappi e sul pavé, dotato di un non trascurabile spunto veloce nonché di una discreta resistenza in salita, ha un palmarès sicuramente invidiabile e le sue qualità non sono certamente in discussione, anche se il 2020 non è stato certamente il suo anno migliore, complici tutte le difficoltà che tutti ben conosciamo. Corridore di peso, può essere l’uomo in grado di portare la compagine francese ai risultati sinora solo inseguiti in primavera e, più in generale, nelle classiche?

5. Jakub Mareczko (Vini Zabù Pro Cycling Team)

© Sirotti

Jakub Mareczko torna all’ovile. Il 26enne ciclista azzurro ha deciso infatti di firmare per la Vini Zabù – Brado – KTM dopo la chiusura della CCC, che lo aveva visto protagonista nelle ultime due stagioni. Nonostante tante buone volate anche ad alto livello, purtroppo è mancato quel successo che poteva permettergli di acquisire ulteriore fiducia, limitando il proprio bottino a soltanto tre tappe al Giro di Ungheria 2020. Il ritorno alla corte di Luca Scinto potrebbe sicuramente giovare al suo morale facendolo tornare ai livelli che un paio di anni fa gli permisero di sbarcare nel WorldTour. La formazione professional tosco-siciliana ha deciso di creare una squadra quasi interamente al suo servizio, affidando molte delle proprie sorti al riscatto del figliol prodigo, al quale dopo due discrete stagioni nel WorldTour, in cui ha potuto fare anche una importante esperienza, si chiede il salto di qualità atteso da qualche stagione.

6. Bob Jungels (Ag2r – Citroën)

© Deceuninck – Quick-Step – © Tim De Waele / Getty Images

C’è stato un momento nella carriera del 28enne asso lussemburghese nel quale sembrava destinato a grandi traguardi. I primi anni in Quick-Step lo avevano visto infatti in costante ascesa sia nelle corse a tappe, con due top ten al Giro d’Italia (2016 e 2017), che nelle corse di un giorno, su tutti il successo alla Liegi-Bastogne-Liegi 2018. Nel frattempo si stava ritagliando anche uno spazio tra i paveari, arrivando a vincere la Kuurne-Bruxelles-Kuurne e ben figurando al Giro delle Fiandre. Alla lunga, questa dispersività gli ha fatto perdere identità, emersa con forza nel 2020 nel quale, di fatto, non ha raggiunto risultati di rilievo. L’approdo alla Ag2r – Citroën è l’opportunità per rilanciarsi ai massimi livelli, in un nuovo ambiente che potrebbe in alcune occasioni affidarsi maggiormente su di lui, piuttosto che considerarlo un luogotenente, costretto anche al lavoro per i compagni in alcune circostanze, quando invece potrebbe tirare i remi in barca.

7. Mark Cavendish (Deceuninck-QuickStep)

© Sky Sports

Il ritorno a casa di Mark Cavendish è probabilmente l’operazione più romantica del CicloMercato 2021. Il campione in declino che torna doveva aveva vissuto i suoi anni migliori per rinverdire i fasti di un tempo: questo il significato della firma del britannico con la Deceuninck-QuickStep. Trenta volte vincitore di tappa al Tour in carriera, il velocista dell’isola di Man sembrava destinato a concludere la carriera con la fine del contratto con la Bahrain-McLaren, come aveva ammesso anche lui stesso in lacrime dopo la Gand-Wevelgem. Dopo essersi impegnato anche in prima persona per trovare i fondi necessari a pagare il suo contratto, però, è riuscito a tornare alla corte di Patrick Lefevere, che è stato molto felice di riaccoglierlo. Vederlo in un ruolo di primo piano al momento appare difficile, anche per la forte concorrenza interna, ma se riuscisse a portare a casa qualche vittoria e a far crescere i giovani con la sua esperienza e i suoi consigli, la scommessa si potrebbe già considerare vinta.

8. Louis Meintjes (Intermarché-Wanty Gobert)

© Sirotti

Molto interessante la scommessa della Intermarché-Wanty Gobert. Al primo anno nel World Tour, la compagine belga ha deciso di puntare su un corridore ormai esperto a questi livelli, anche se da qualche anno alla ricerca di se stesso. Il sudafricano ha dunque deciso di lasciare l’ambiente ovattato di una formazione di casa per cercare una nuova avventura in un team straniero. Il classe ’92, del resto, ha ottenuto con formazioni straniere i migliori risultati della sua carriera (due top 10 al Tour nel 2016 e nel 2017), dopo i primi anni in maglia MTN Qhubeka che l’avevano lanciato ad alti livelli. Ventottenne, scalatore abituato ad andare del suo passo, l’ex Lampre ed UAE Team Emirates non riesce a ottenere risultati ormai da vari anni e, per la prima volta in carriera, si troverà anche tra i veterani della sua squadra, soprattutto per quanto riguarda le grandi corse a tappe. Ora dovrà dimostrare che il team non ha sbagliato a riporre così tanta fiducia in lui.

9. Ilnur Zakarin (Gazprom-Rusvelo)

© ASO / Pauline Ballet

Tornare dove tutto era iniziato. È questa la scommessa del corridore russo per rilanciarsi dopo un paio di annate al di sotto di quelle che sono le potenzialità del 31enne, che durante l’ultimo CicloMercato ha fatto appunto ritorno nella squadra che otto anni fa l’aveva lanciato nel professionismo. Una scelta che, sicuramente, comporta meno pressioni per il passista-scalatore, ma che potrebbe richiedere anche la rinuncia a molte corse di livello WorldTour. Essendo la formazione russa un team Professional, infatti, dovrà necessariamente ricorrere alle wildcard per essere invitata alle gare più importanti, Grandi Giri inclusi. Non sarà dunque facile vedere il russo nelle corse di fascia alta, ma forse partecipare ad un calendario inferiore a quello degli anni passati, ma comunque di buon livello, è proprio quello che ci vuole per far sì che possa tornare ad alzare le braccia al cielo.

10. Michael Valgren (EF Education-Nippo)

© Sirotti

Dopo due anni tra Dimension Data e NTT piuttosto negativi, la EF Education-Nippo ha deciso di credere e di scommettere sul 28enne nel tentativo di farlo tornare il corridore visto nel 2018, quello in grado di vincere Omloop Het Nieuwsblad e Amstel Gold Race e concludere nei primi dieci il Giro delle Fiandre e un Mondiale duro come quello di Innsbruck. Nella formazione statunitense il danese avrà la possibilità di mettere in mostra la propria versatilità e le proprie qualità per tornare ad essere protagonista soprattutto nelle classiche del Nord, dove si dividerà i gradi di capitano con Alberto Bettiol, con più di un’opportunità di fare corsa per se stesso.

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