I 10 neopro’ più attesi del 2021, 1: Tom Pidcock

Come ogni anno, è il momento di scoprire i 10 neoprofessionisti mondiali più attesi nel 2021. Nonostante i problemi economici derivati dalla pandemia, sono ben 122 i corridori che faranno il salto nel World Tour o tra i Pro Team quest’anno: un numero consistente, sebbene nettamente inferiore rispetto alla precedente stagione. La redazione di SpazioCiclismo ha selezionato tra tutti i giovani talenti i dieci da cui si attendono i migliori risultati quest’anno, ma anche nel prosieguo della loro carriera. La classifica sarà proposta a ritroso fino ad arrivare al primo, che sarà indicato domenica. Ricordiamo infine che la graduatoria si basa su una votazione interna della redazione, in cui è stata stilata una media delle top ten proposte da ogni redattore: non sono solo i risultati ottenuti finora a stabilire le gerarchie indicate da ogni votante.

1: Tom Pidcock (Ineos Grenadiers)

© Giro d’Italia U23

Dominatore assoluto all’ultimo Giro d’Italia U23, il giovane prodigio britannico è un talento eclettico, capace di brillare su più terreni. Attualmente impegnato sul ciclocross con grande profitto, capace di giocarsi le sue carte a viso aperto con i mostri sacri della disciplina, il classe 1999 tra i giovani si è mostrato capace di brillare praticamente in ogni tipo di corsa, dalla Parigi-Roubaix alle grandi salite, riuscendo a brillare anche a cronometro malgrado un fisico minuto, da scalatore puro. Talento sopraffino, dotato di grande agilità e capacità di guidare il proprio mezzo, arriva in una squadra in cui non avrà di certo la pressione di fare risultato da subito, ma potendo imparare da alcuni elementi di assoluto spessore. Ma da subito avrà comunque la possibilità di farsi notare e i propri spazi per cominciare a mettersi alla prova. E tutti non vediamo l’ora di vederlo all’opera per comprendere realmente dove può dare il meglio.

2: Marco Brenner (Team DSM)

Visti i risultati ottenuti nelle categorie giovanili, per questo 18enne tedesco già si sprecano i paragoni con un certo Remco Evenepoel. Del resto, proprio come accaduto al fenomeno belga due anni fa, il nuovo talento del Team DSM diventa professionista provenendo direttamente dagli juniores, saltando quindi anch’egli il passaggio tra gli Under-23. Corridore completo, attivo anche nel ciclocross, il classe 2002 è stato protagonista sin dal primo anno della categoria, quando ha conquistato ben 20 successi, tra cui la classifica finale del Tour du Pays de Vaud e dell’Oberösterreich Juniorenrundfahrt, oltre a tre tappe al Giro della Lunigiana e ad un bronzo mondiale a cronometro ad Harrogate. La scorsa stagione, complice soprattutto la cancellazione di molte gare, le vittorie sono state ‘solo’ otto, a cui si aggiunge un argento (sempre a crono) agli Europei di Plouay; risultati che hanno convinto la formazione neerlandese, sempre attenta ai giovani talenti, a scommettere su di lui e a offrirgli quattro anni di contratto. Il futuro sembra essere dalla sua parte, ma saprà mantenere le promesse?

3: Olav Kooij (Jumbo-Visma)

© BettiniPhoto

Solamente il tempo dirà se il velocista classe 2001 potrà arrivare ad essere un campione, ma quanto mostrato nel corso della passata stagione è sicuramente di buon auspicio. Quattro vittorie (anche se solo una, quella ottenuta nella prima tappa della Settimana Coppi e Bartali, viene considerata di livello professionistico) prima di compiere i 19 anni sono un bel biglietto da visita per il talentuoso neerlandese, che per i primi sei mesi dell’anno farà parte ancora del team di sviluppo della Jumbo-Visma. Solo dal 1° luglio il 19enne diventerà a tutti gli effetti professionista e si aggregherà ufficialmente alla formazione giallo-nera, che difficilmente esiterà a metterlo alla prova in corse nelle quali la concorrenza sarà di alto livello, dato che il giovane sprinter ha dimostrato di poter competere con corridori ben più esperti di lui. In patria viene già considerato come il successore di Dylan Groenewegen; quel che è certo è che possiede le qualità per diventare il velocista di riferimento del prossimo decennio.

4: Giovanni Aleotti (BORA-hansgrohe)

© CT Friuli

In un periodo storico nel quale i talenti italiani per le corse a tappe latitano, Giovanni Aleotti rappresenta più di una speranza per il nostro movimento. Il 21enne emiliano si è accasato alla BORA-hansgrohe dopo tre anni da Under 23 molto interessanti che lo hanno portato sul secondo gradino del podio al Tour de l’Avenir 2019, davanti a professionisti già in rampa di lancio come Clément Champoussin, e ai piedi di quello del Giro d’Italia U23 2020, malgrado fosse reduce da un periodo difficile. La sua carriera da Under si è conclusa poi in bellezza con il tricolore, a conferma di grandi qualità anche per le corse di un giorno, ma ha già potuto assaggiare le strade dei professionisti con la maglia azzurra disputando buone prove. In prospettiva, sembra poter diventare uno dei big delle corse a tappe, tipologia di corridori di cui l’Italia ha un grande bisogno. Nel team tedesco avrà modo di mettersi alla prova, senza grandi pressioni e all’ombra di buoni corridori che possono aiutarlo a crescere e fare la sua esperienza.

5: Jordi Meeus (BORA-hansgrohe)

© Giro della Repubblica Ceca / Cycling Photography Live

Il 22enne belga risulta in ingaggio atipico per la BORA-hansgrohe, che non contava un corridore di questa nazionalità dal 2012, precisamente dai tempi del Team NetApp. Negli ultimi tre anni ha militato nella SEG Racing Academy, squadra continental neerlandese che ogni anno lancia diversi talenti nel professionismo, disimpegnandosi molto bene sia in volata che nelle corse di un giorno. Già nel 2018, a 20 anni appena compiuti, aveva vinto la Gooikse Pijl, consacrandosi definitivamente nel 2020 con alcune vittorie allo sprint tra Giro della Repubblica Ceca e Giro d’Italia U23. In questa fase di forte cambio generazionale tra le ruote veloci, probabilmente lo vedremo già protagonista fin dai primi mesi nel professionismo che conta, anche se chiaramente in squadra non mancano i riferimenti importanti nel suo ruolo.

6: Diego Camargo (EF-NIPPO)

© EF Education First 2020

La colonia colombiana alla EF-NIPPO quest’anno si arricchisce di altri due giovanissimi di grande talento, Daniel Arroyave e soprattutto Diego Camargo. 22 anni compiuti lo scorso maggio, negli ultimi tre anni si è messo in mostra nelle corse di casa con le maglie di Coldeportes-Zenù e soprattutto Colombia-GW. L’attenzione degli osservatori della squadra WorldTour è stata suscitata soprattutto dalle prestazioni della scorsa stagione, nella quale si è ben difeso nella Vuelta a San Juan e nel Tour Colombia a inizio stagione. Il meglio però lo ha dato nella Vuelta de la Juventud Colombia e quindi nella Vuelta a Colombia a novembre, dimostrando importanti doti da scalatore, che gli hanno permesso di conquistare una doppietta non unica, ma decisamente molto rara e rappresentativa di un gran talento. Il passaggio al professionismo era così sostanzialmente scontato e l’approdo in un team con molti connazionali non potrà che fargli bene per non perdersi.

7: Antonio Tiberi (Trek-Segafredo)

© SWPix.com

Il suo passaggio tra i pro a inizio 2021 era noto da più di un anno. La Trek-Segafredo, infatti, l’aveva messo sotto contratto già a settembre 2019, quando il classe 2001 era appena diventato campione del mondo a cronometro a livello juniores, dopo una stagione in cui era stato già grande protagonista vincendo, tra le altre cose, due tappe della Corsa della Pace. In quei giorni si sapeva già che nel 2020 avrebbe corso con il team Colpack Ballan, che gli ha permesso di continuare il suo percorso di crescita. In particolare la partecipazione al Giro U23 e alla maggior parte delle classiche italiane (corse anche con la maglia della nazionale) gli permetteranno di arrivare al professionismo con un bagaglio di esperienza importante per un corridore della sua età.  Nella seconda parte di stagione è stato anche già stagista con la Trek-Segafredo, ma è stato chiamato a correre con i suoi futuri compagni soltanto alla Freccia del Brabante, un’esperienza che lui stesso ha definito “uno schiaffo” aggiungendo che gli servirà per la sua crescita. In questa prima stagione potrà cercare già risultati grazie alle sue qualità da cronoman, ma dovrà soprattutto fare esperienza per capire fin dove potranno portarlo le sue qualità di scalatore.

8:Xandres Vervloesem (Lotto Soudal)

© Ronde de l’Isard

Il classe 2000 è il più interessante dei cinque neo-pro arrivati quest’anno alla Lotto Soudal. A livello giovanile il belga si era messo in mostra già due anni fa con i piazzamenti a Gand-Wevelgem e E3 Harelbeke nella categoria juniores, ma è nel 2020 a livello 23, con il passaggio dal settore di sviluppo della Sunweb a quello della Lotto, che sono arrivati i risultati più importanti, su tutti il successo alla Ronde de l’Isard. In Belgio parlano di uno dei migliori della sua generazione, secondo soltanto a Remco Evenepoel e Ilan Van Wilder. Un biglietto da visita già piuttosto interessante a cui vanno aggiunti i pareri del team, che vede in lui un ottimo scalatore con grandi capacità di recupero. In sostanza, ha tutto per fare bene le corse a tappe, anche quelle più importanti.

9: Jonathan Milan (Bahrain Victorious)

© FCI

Venti anni e una cilindrata fuori dal comune. Il friulano passa tra i professionisti dopo aver già mostrato al mondo la sua potenza e le sue capacità su pista e a cronometro. In particolare nei velodromi ha ottenuto grosse soddisfazioni, vincendo il bronzo ai mondiali di Berlino 2020 nell’inseguimento a squadre e sfiorando il podio nella prova individuale. Pochi mesi fa ha confermato i suoi progressi con due argenti e un bronzo agli europei su pista, in una stagione che lo ha visto conquistare il titolo italiano under 23 a cronometro e, in volata, la tappa di Rosà al Giro d’Italia Under 23. La Bahrain-Victorious ha visto in lui un grande potenziale e potrebbe aver fatto la scelta giusta. Sperando che non gli venga preclusa la crescita anche su pista.

10: Kevin Vermaerke (Team DSM)

© Sirotti

Il classe 2000 non arriva come uno dei nomi più altisonanti delle nuove leve, ma tra gli under ha dimostrato di poter competere su più terreni. Il successo più prestigioso finora è sicuramente il sigillo alla Liegi-Bastogne-Liegi Under 23, che conferma le sue qualità in salita e sui percorsi mossi. Cresciuto molto nella prima stagione con la Hagens-Berman Axeon, ha catturato l’attenzione del Team DSM, che ha deciso di puntare con decisione sul suo talento. Molto meno fortunata questa stagione, nella quale una caduta nella prima tappa del Giro d’Italia Under 23 ha di fatto posto fine a un 2020 già travagliato per la soppressione di diverse corse. Il quattordicesimo posto al Giro di Vallonia 2020, contro tanti professionisti di alto livello (vincitore Arnaud Démare, secondo Greg Van Avermaet), conferma che il motore è giusto per provare a farsi valere anche ai livelli maggiori.

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