Tokyo 2020, CIO e Comitato cominciano a pensare al rinvio

Sotto pressione da varie parti, CIO e Comitato Organizzatore stanno iniziando a valutare la possibilità di rinviare i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Sono molte le federazioni di vari sport e varie nazioni ad aver espresso le proprie perplessità riguardo la possibilità di svolgere regolarmente la rassegna a cinque cerchi dal 24 luglio al 9 agosto, con la pandemia di coronavirus che ormai si sta sviluppando sempre più a livello globale. Una situazione che dunque mette sempre più fortemente in dubbio il corretto svolgimento della manifestazione più importante del panorama sportivo. Oggi, per la prima volta, il comitato organizzativo ha riconosciuto che sospendere o spostare l’evento è una opzione concreta sulla quale hanno iniziato a lavorare, anche se il Governo locale sembra attualmente vedere questa possibilità come una piccola-grande tragedia.

Una simulazione delle conseguenze di un rinvio, secondo quanto riportato da una fonte interna al comitato a Reuters, porterebbe infatti a una perdita di almeno 15 miliardi di dollari, per cominciare (tre di sponsorizzazioni interne e 12 spesi per i preparativi). Ed è per questo che il Governo giapponese non ci sente da quell’orecchio e farà il possibile per evitare la cancellazione. Al vaglio tre nuove ipotesi basate su diverse date, ma anche con la possibilità di svolgere l’evento a porte chiuse, che saranno discusse entro la fine del mese. Tra le possibili opzioni, secondo una delle fonti della nota agenzia, anche la possibilità di far slittare i giochi fino a due anni. Un’altra ipotesi più ottimistica prevederebbe invece lo slittamento di 4-6 settimane.

Una decisione dovrà tuttavia essere presa il prima possibile perché “più si rinvia, più i preparativi andranno avanti e questo aumenterà inevitabilmente i costi di cancellazioni”, spiega un membro del comitato che ha chiesto l’anonimato. Ma intanto, dopo aver sinora sempre pubblicamente confermato che i Giochi vanno avanti come previsto, anche il capo del CIO, Thomas Bach, in alcune riunioni interne avrebbe cominciato ad ammettere la necessità “di considerare nuovi scenari”. Una situazione di forte incertezza che starebbe così creando nervosismo anche tra gli sponsor, tra cui grandi multinazionali come Toyota e Panasonic, oltre alla compagnia Japan Airlines, che internamente valutano le varie possibilità, pur senza ancora esprimersi pubblicamente…

Intanto, in Giappone il ministro delle Finanze Taro Aso pensa ai corsi e ricorsi storici, parlando di “una maledizione olimpica” come “un fatto” che avviene “ogni 40 anni”. Nel 1940 l’edizione di Tokyo fu cancellata a causa della Seconda Guerra Mondiale mentre nel 1980 ci fu la travagliata edizione boicottata di Mosca.

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