Presentazione Squadre 2018, Dimension Data
Africa non solo nel cuore per la Dimension Data 2018. La compagine sudafricana conferma la centralità del suo continente in un progetto che abbina alla voglia di risultati anche un messaggio sociale e di speranza. In un organico dunque sempre molto internazionale, la componente africana è comunque molto importante, con alcuni di questi corridori che puntano anche ad un ruolo di primo piano nei grandi obiettivi annunciati di una squadra che sa spaziare su vari terreni, il cui forte accento europeo si nota soprattutto al nord.
Gli uomini più attesi
La grande speranza del team è che il rientrante Louis Meintjes possa compiere quel salto di qualità che da qualche anno sta inseguendo, ottenendo sempre risultati di spessore, pur non riuscendo ancora a competere alla pari con i migliori. Ottimo scalatore, capace di farsi notare anche nelle classiche e in condizioni climatiche non proprio ideali, corridore sudafricano ha appena compiuto 26 anni, entrando così nell’età in cui non si è più una promessa, ma bisogna iniziare a tramutarsi in realtà. Le caratteristiche mentali e fisiche ci sono, ora serve quel guizzo che l’essere tornato a casa potrebbe dargli.
Malgrado non abbia ottenuto i trionfi che al suo esordio sembrava poter ambire, Reinhardt Janse Van Rensburg resta una delle pedine migliori tra gli africani. Corridore veloce e abbastanza resistente alle brevi salite, può cercare di conquistare ancora qualche buon risultato, dimostrandosi comunque spesso una pedina importante per la squadra. Tra gli altri africani in grado di farsi notare ci sono anche gli eritrei Natnael Berhane e Mekseb Debesay, corridori che non esitano a portarsi all’attacco. Discreti scalatori, potrebbero avere spesso la libertà di provarci, non solo con l’intenzione di farsi vedere, ma concretamente anche con l’ambizione di poter fare risultato.
Ovviamente, del progetto fanno parte anche corridori importanti europei. Si parte chiaramente da Mark Cavendish, che lo scorso anno non ha avuto modo di esprimersi a fondo a causa di numerosi problemi, fino alla ben nota caduta al Tour de France che ne ha sostanzialmente chiuso anzitempo la stagione. Non sarà più il velocista di riferimento del gruppo, ma resta uno degli sprintersi più potenti e con la grande esperienza accumulata è chiaramente un corridore in grado di ottenere ancora ottimi risultati.
Nelle volate lo scorso anno, proprio in assenza del britannico, si era messo in mostra Edvald Boasson Hagen che dopo aver sfiorato più volte il successo è finalmente riuscito a conquistare una tappa al Tour de France (dopo sei anni di digiuno e quattro podi nelle tappe precedenti). Per lui lo scorso anno un totale di dieci vittorie, anche se una sola fuori dalla sua Norvegia, ma comunque importanti segnali di ripresa per un corridore che non ha mai realmente risposto alle alte aspettative nei suoi confronti.
Oltre che velocista, il corridore scandinavo è un ottimo cronoman, ma è soprattutto al Nord che ambisce di ottenere i suoi risultati migliori. Lo scorso anno alla Roubaix non ha convinto, ma nel 2016 ottene un quinto posto che ne conferma tutto il potenziale e grandi qualità. Intorno a lui, con la possibilità di farsi notare in prima persona, una squadra composta da elementi interessanti come Julien Vermote, che ha lasciato la Quick-Step Floors proprio per avere più spazio, e Scott Twhaites, che ha fatto un ragionamento simile lasciando la Bora-hansgrohe.
Per le salite, oltre ai vari corridori africani, gli uomini di riferimento saranno gli esperti Igor Anton, che si è rivelato ottima chioccia, e Stephen Cummings, corridore che sa farsi notare con i suoi attacchi da lontano. Entrambi saranno cacciatori di tappe tra i più temuti, mentre Lachlan Morton potrebbe cercare ora in Europa di confermare i buoni risultati ottenuti negli USA nelle brevi corse a tappe, con i successi al Tour of Utah e Tour of the Gila. Obiettivi simili per Serge Pauwels, lo scorso anno buon vincitore del Tour de Yorkshire, e Tom-Jelte Slagter, che sarà anche presumibilmente l’uomo di riferimento nelle classiche vallonate, nelle quali la squadra non ha molti riferimenti sinora.
Le giovani promesse
Classe 1994, Merhawi Kudus è l’astro nascente più atteso dalla squadra che lo ha lanciato giovanissimo nel mondo dei grandi per cercare di fargli imparare e assimilare al più presto il grande ciclismo. In questi quattro anni di professionismo ha mostrato costanti segni di miglioramento, con prestazioni importanti anche in corse di primo piano. Scalatore puro, puro prodotto del ciclismo eritreo che tanto sta dando in questi anni, ha ancora importanti margini di crescita, sui quali la squadra conta molto.
Tra i giovani spiccano anche i due sudafricani Nicholas Dlamini e Ryan Gibbons. Il primo è passato professionista quest’anno dopo aver fatto parte per due anni della formazione giovanile del team, con la quale ha avuto l’opportunità di correre già molto in Europa, ottenendo buoni risultati, tra i quali la maglia degli scalatori al Giro U23. Un’esperienza importante che molti suoi conterranei non hanno potuto fare, che potrebbe dare al 22enne opportunità in più, potendo soffrire meno di altri il passaggio nei big. Gibbons ha invece già corso una stagione intera da professionista, oltre a sei mesi da stagista l’anno prima, riuscendo già a farsi notare con buoni risultati, anche in corse importanti. Oltre al successo di tappa e finale al Tour de Langkawi, si è infatti fatto notare anche al Giro d’Italia, conquistanto sei top ten, senza timori di gettarsi nelle volate contro i big.
Nato nel 1994 è anche l’altro neoprofessionista promosso dal vivaio, Amanuel Gebreigzabhier, che lo scorso anno,da stagista, ha chiuso in nona posizione l’Arctic Race of Norway, corsa nervosa e molto veloce. Quest’anno ha esordito con un doppio successo ai campionati continentali, nella cronosquadre e in linea, confermando di essere tra i più competitivi non solo della sua generazione, meritando l’opportunità che gli è stata data dal team.
Classe 1995, molto interessante è anche il britannico Scott Davies, che arriva dopo due stagioni al Team Wiggins. In questi 24 mesi ha avuto modo di fare una esperienza importante nelle più importanti corse giovanili, potendo anche qualche volta confrontarsi in alcune prove contro corridori di alto livello, spesso senza sfigurare. Tra i suoi risultati, oltre al quarto posto al Giro U23 e il secondo al Tour d’Alsace, anche piazzamenti in corse professionistiche come Giro di Croazia, Tour de Yorkshire e Herald Sun, che ne confermano un bel potenziale per le corse a tappe grazie alle sue qualità sia in salita che a cronometro (nella quale è campione nazionale di categoria).
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