Giro d’Italia 2023, Hugh Carthy: “Non si lotterà solo per il terzo posto, in tre settimane tante cose possono andare storte”

Per il Giro d’Italia 2023 la trama generale sembra già scritta: per la classifica generale sarà Remco Evenepoel contro Primož Roglič, con tutti gli altri corridori da corse a tappe a lottare per le briciole che il belga e lo sloveno lasceranno. Difficile, però, pensare che vada proprio tutto così, vista la qualità del campo partenti che sta prendendo forma in vista della partenza del 6 maggio. Uno dei tanti corridori che punta a dire la sua nell’arco delle tre settimane della Corsa Rosa è il britannico Hugh Carthy, portacolori di una Ef Education-EasyPost che si presenterà al via con una formazione decisamente stimolante, viste le annunciate presenze di Ben Healy e di Rigoberto Uran.

“Roglič e Evenepoel saranno sicuramente i punti di riferimento della corsa – le parole di Carthy riportate da WielerFlits – Ma un Grande Giro è molto diverso da una corsa a tappe di una settimana. In quel contesto, è più facile dominare la corsa, ma in tre settimane ci sono tante cose che possono andare storte. Quindi non mi aspetto solo una battaglia per il terzo posto sul podio”.

L’inglese, 28 anni, sarà alla sesta partecipazione al Giro e arriva dal secondo posto ottenuto al Tour of the Alps 2023: “Parto con l’ambizione di fare classifica. Penso che nelle prime due settimane dovrò stare molto tranquillo e vedere come andrà. Non ho pressioni e non sento lo stress: questo è il mio punto di partenza. Il percorso di quest’anno è molto duro, di più rispetto alle precedenti edizioni. Ma non ci sono cose che non abbiamo già visto in passato”.

L’attenzione di Carthy e della sua squadra è quindi focalizzata sulla terza settimana: “Complessivamente il percorso è ben bilanciato, fra cronometro e montagne – le considerazioni del direttore sportivo Tejay van Garderen – Crediamo che tutto si deciderà nelle ultime 6 tappe, cosa di cui potranno beneficiare i corridori più regolari e non solo quelli che sanno fare molto bene una cosa sola. Per Hugh abbiamo programmato il picco di forma proprio per l’ultima settimana: in un Grande Giro è meglio essere al massimo alla fine che non all’inizio”.

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