Giro d’Italia 2022, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia 2022.

TOP

Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco): Dopo la debacle sul Blockhaus, lo scalatore britannico risorge a Torino andandosi a prendere il secondo successo di tappa dopo quello conquistato nella crono di Budapest. Il 29enne, che nelle fasi iniziali aveva provato anche ad andare in fuga, riesce prima a resistere al forcing della Bora-hansgrohe, poi a rientrare su Carapaz, Hindley e Nibali poco prima dello scollinamento dall’ultimo GPM, dimostrando una gamba sicuramente migliore rispetto a quella degli scorsi giorni. Nel finale, poi, godendo anche di un po’ più di libertà rispetto agli altri uomini di classifica, piazza la stoccata decisiva che gli permette di giungere solitario al traguardo.

Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan): Lo Squalo prova in tutti i modi a far sua una tappa che, a volerla vedere tutta, non è propriamente adatta alle sue caratteristiche. Eppure, in salita è uno dei più brillanti e vogliosi, tanto che in diverse occasioni prova anche ad attaccare per cercare quell’ultimo successo di tappa che tanto meriterebbe nel suo ultimo Giro d’Italia. Purtroppo per lui e per i tanti tifosi presenti, però, viene marcato stretto dagli altri uomini di classifica, dovendosi alla fine accontentare del quarto posto di giornata. Vederlo combattere a 37 anni con gli altri big più giovani resta comunque straordinario, e fa aumentare i rimpianti per il tempo perso sull’Etna.

Bora-hansgrohe: Alla fine non vincono la tappa e non prendono nemmeno la Maglia Rosa, ma senza di loro sarebbe stata una giornata molto diversa. Sono infatti gli uomini della formazione tedesca a far esplodere la corsa a circa 80 chilometri dalla conclusione, quando ormai sembrava che la fuga potesse ricevere il benestare del gruppo; e quali danni fa il loro forcing, con diversi uomini di classifica che rischiano di rimaner tagliati fuori e altri che, invece, sono costretti ad alzare bandiera bianca. Da citare è sicuramente il grande lavoro fatto da Aleotti e Kelderman, oltre ovviamente Buchmann e Hindley, con l’australiano che si candida a principale rivale di Carapaz per il successo finale.

FLOP

Ineos Grenadiers: Alla fine riescono a prendere la Maglia Rosa con Carapaz, ma la prestazione di squadra è decisamente da rivedere. I membri dello formazione britannica, infatti, si sciolgono come neve al sole sotto il ritmo indiavolato della Bora-hansgrohe, lasciando così da solo il capitano per praticamente tutta la tappa. La speranza per loro è che sia stato solo un passaggio a vuoto in una giornata complicata, altrimenti difendere la Rosa non sarà semplice.

Guillaume Martin (Cofidis): Il transalpino esce dalla top ten della generale dopo esserci faticosamente rientrato nella tappa di Napoli perdendo ben sette posizioni e più di nove minuti sul traguardo di Torino. È tra i big che si fanno sorprendere dall’attacco della Bora-hansgrohe, ma sulla salita di Superga è lì a pochi secondi dal gruppo dei migliori assieme ad Almeida; il portoghese riesce però a rientrare, il 28enne invece no, scivolando sempre più indietro con il passare dei chilometri e pagando alla fine un passivo pesante.

Hugh Carthy (EF Education-EasyPost): Apparso già poco brillante nei primi due arrivi in salita, lo scalatore britannico oggi naufraga definitivamente lasciando per strada più di 17 minuti e dicendo addio a qualsiasi possibilità di replicare (o migliorare) l’ottavo posto finale di un anno fa. Ora dovrà necessariamente provare a riciclarsi come cacciatore di tappe in una delle prossime giornate, molte delle quali adatte alle sue caratteristiche.

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