Giro d’Italia 2021, Ivan Basso: “Questo Giro ha chiuso dei cerchi ancora aperti”

Ivan Basso commenta con grande soddisfazione il Giro d’Italia 2021. Non può che essere altrimenti visto che la sua Eolo – Kometa ha saputo mettersi subito in mostra alla prima partecipazione in un grande giro, con il successo di Lorenzo Fortunato sullo Zoncolan come fiore all’occhiello di una prova generosa da parte dei suoi ragazzi. Spesso all’attacco, la squadra che il due volte vincitore della Corsa Rosa ha fondato con Alberto Contador ha ampiamente onorato l’invito ricevuto, centrando la vittoria in una delle tappe più importanti e dimostrando di essere più di un invito per ragioni commerciali, come a volte veniva detto, ma di essere una squadra che può concretamente ambire a traguardi importanti.

“A mente fredda, un giorno dopo la fine di questo Giro d’Italia meraviglioso, chiudendo gli occhi mi viene in mente una cosa sola: questo Giro, ha chiuso dei cerchi che erano ancora aperti – ha commentato il varesino – Il cerchio dello Zoncolan, undici anni dopo la mia vittoria e ora di nuovo trionfante con un nostro ragazzo e il suo sorriso sincero. Il cerchio di un traguardo – questa squadra – cercato e voluto per tanti anni e ora reale (e vincente) grazie alla caparbietà e all’aiuto di tante persone. Il cerchio di chi ha lavorato, di chi si è messo in gioco, di chi ci ha creduto, di chi è andato avanti quando andare avanti non era semplice”.

Il vedere riconosciuto il proprio lavoro è stato dunque il punto d’orgoglio per il trionfatore delle edizioni 2006 e 2010 del Giro: “Le vittorie non sono tutte uguali, e ho imparato che le vittorie più belle non sono quelle che vedono tutti ma quelle che vedono pochi. La vittoria più bella non è stata quella, seppur meravigliosa, di Fortunato sullo Zoncolan: che tutto il mondo ha ammirato, per cui tutti hanno festeggiato, per cui qualcuno ci ha invidiato. La vittoria più bella è stata l’aver raggiunto la consapevolezza di una squadra cresciuta e, con le sue differenze e diversità, unita verso un obiettivo”.

Un insieme di prestazioni che portano così la squadra ad affrancarsi dai suoi due fondatori, arrivando ad avere un riconoscimento che può così andare oltre ai due nomi illustri che la guidano. “Fino a tre settimane fa, la nostra era la squadra di Basso e Contador: e la gente ci riconosceva per quello. Oggi, siamo la Eolo-Kometa, siamo la squadra di tutti quelli che hanno portato il loro mattoncino per costruire quel capolavoro che è stato il nostro Giro d’Italia – sottolinea – Dopo un Giro così, siamo chiamati a un dovere morale: quello di continuare, di crescere ancora. Io, e parlo a nome di tutto il mio staff, farò tutto quello che è in mio potere per fare in modo che le emozioni provate in queste tre settimane siano solo le prime, di una lunga serie. E questa è una promessa.

 

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