Giro d’Italia 2020, Bruno Reverberi: “Protesta stupida e organizzata male, i d.s. non hanno gli attributi. I sindacalisti si dimettano”

 

Bruno Reverberi, non le manda a dire dopo la protesta di oggi al Giro d’Italia 2020. Il team manager della Bardiani-CSF-Faizané si è schierato con estrema decisione contro i corridori che hanno chiesto, o meglio forzato, l’organizzazione ad accorciare drasticamente la tappa di oggi, da Morbegno ad Asti, spostano la partenza ad Abbiategrasso quando ormai la giornata era di fatto già iniziata. Un evento storico e di certo non una bellissima figura per la corsa rosa, l’organizzazione e gli stessi corridori, in condizioni climatiche che non rientrano nel protocollo per chiedere l’accorciamento o l’annullamento di una giornata di corsa.

Il numero uno del team Professional italiano non le ha mandate a dire in Rai, parlando anche con il rappresentante del sindacato dei corridori Gianni Bugno: “Ho visto tante di queste proteste stupide e organizzate male. Quello che fa più male è sentire i sindacalisti dare ragione ai corridori, c’è modo e modo di gestire la cosa. Possono dare le dimissioni se non hanno i corridori dalla loro parte. Fanno la figura di quei sindacalisti che difendono i lavoratori che timbrano il cartellino e poi vanno subito a casa. Fossi stato l’organizzatore, avrei mandato a casa De Gendt dopo la dichiarazione che aveva fatto. Tutti avevamo paura di non arrivare a fine Giro, oggi che si è salvata la stagione si fanno fare al Giro figuracce. Tanti corridori non sono d’accordo, altri destabilizzano l’ambiente per comodo”.

Un Giro difficile, ma per la protesta di oggi la responsabilità non viene attribuita solo ai corridori: “Non è mai successa una cosa del genere. La responsabilità non è solo dei corridori, ma anche dei manager e dei direttori sportivi che non hanno le palle. Era già successo in passato e mi ero opposto. Non si deve dare la possibilità di fare questi giochi, così tutto il ciclismo fa una pessima figura”.

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