Giro d’Italia 2020, Thomas de Gendt sulla situazione Covid-19: “Al Tour eravamo molto più sicuri. Ci sono corridori che preferirebbero non partire”

Proseguono le polemiche intorno al Giro d’Italia 2020. Dopo le dichiarazioni di Jos van Emden (Jumbo-Visma) e di un corridore rimasto anonimo, che hanno criticato gli organizzatori per la gestione della questione Covid-19, arrivano oggi le parole di Thomas de Gendt (Lotto Soudal). Prima della partenza della dodicesima tappa, infatti, il 33enne ha rilasciato alcune dichiarazioni alla tv belga Sporza dove afferma che molti corridori sono preoccupati della situazione in gruppo e vorrebbero lasciare la corsa, affermando inoltre che al Tour de France si sentiva più sicuro, lui che è reduce proprio dalla Grande Boucle.

“Abbiamo discusso tra noi per venti minuti se valesse la pena partire o meno perché stiamo iniziando a sentirci un po’ insicuri – ha dichiarato de Gendt – Ho pensato che al Tour eravamo molto più sicuri. Ho la sensazione che l’organizzazione ci stia nascondendo delle cose. Ci sono un sacco di soldi coinvolti e per gli sponsor è molto importante che arriviamo a Milano. Si aspettano che il governo prenda una decisione, ma quelle decisioni arrivano troppo tardi”.

Ci sono già stati più di dieci casi e ieri ho sentito diversi corridori tossire – ha proseguito preoccupato il belga – È la stagione dei raffreddori, ma appena senti un colpo di tosse alla fine non riesci a concentrarti. Ci sono corridori che preferirebbero non partire, altri lo farebbero. Ognuno è libero di farlo. Io sono uno che preferirebbe non correre, ma ognuno sceglie per se stessoNon sono preoccupato solo per me stesso ma anche per la mia famiglia. Non voglio contagiare nessuno”, ha concluso il corridore della Lotto Soudal.

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