Giro d’Italia 2018, quanto potrà guadagnare oggi Dumoulin su Simon Yates e gli altri?

Il Giro d’Italia 2018 potrebbe riaprirsi oggi al termine dei 34,2 chilometri in programma da Trento a Rovereto. L’uomo più atteso è chiaramente il campione uscente Tom Dumoulin, che in maglia iridata affronterà oggi la cronometro per cercare di ribaltare una Corsa Rosa che al momento ha un solo padrone, Simon Yates. Il capitano della Mitchelton – Scott si presenterà ai blocchi di partenza con un vantaggio di 2’11” sul corridore del Team Sunweb, che partirà tre minuti prima di lui. Interessante sarebbe stato vedere oggi la novità che Davide Cassani ha preparato per il Giro d’Italia U23, quando i corridori partiranno separati esattamente dal loro distacco in classifica, ma la sfida resta comunque di grande tensione, per i due protagonisti, per il pubblico, ma anche per tutti i loro rivali.

Il primo a sminuire le proprie possibilità è proprio l’uomo più atteso, che ieri è apparso abbastanza sfiduciato (come in generale negli ultimi giorni, anche se qualcuno potrebbe anche parlare di realismo) dopo aver effettuato la ricognizione del percorso e notato un discreto vento a favore, che chiaramente aiuta chi fa più fatica a spingere grandi rapporti. Tra le variabili che potrebbero influenzare la corsa odierna anche l’asfalto bagnato, ma i due corridori partono con pochi minuti di differenza, quindi si suppone con le stesse condizioni atmosferiche.

Dall’altro lato di parere opposto è invece il britannico, che sin dalle dichiarazioni in seguito al suo terzo successo in questo Giro, a Sappada, ha lasciato intendere come il margine che aveva conquistato poteva anche non essere sufficiente per resistere al ritorno del temuto rivale. Secondo lui infatti ci sarebbe la possibilità concreta che possa doversi svestire della Maglia Rosa per lasciarla a chi lo scorso anno se l’è portata a casa in quel di Milano, proprio al termine di una cronometro. Uno scenario a sua volta plausibile, anche se poi restano tre giornate di salite impegnative da affrontare con il britannico che sarebbe di nuovo su terreno a lui favorevole.

Ovviamente, in queste situazioni i diretti interessanti fanno inevitabilmente pretattica, senza scoprire completamente le proprie carte, né caricarsi e farsi caricare da ulteriori pressioni e da eventuali possibili fallimenti e ripercussioni, soprattutto psicologiche e morali. Bisogna dunque prendere con le molle quel che dicono i diretti interessati e provare ad affidarsi ai numeri e ai pareri, più disinteressati, di chi li circonda, come ad esempio Francesco Moser.

Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni raccolte da CyclingWeekly, che ha chiesto il distacco fra i due a molti direttori sportivi, ad esempio, mediamente il distacco previsto sembra essere di 1’30”, ovvero di circa 3 secondi a chilometro in favore chiaramente dell’iridato contro il tempo. Il parere è tendenzialmente abbastanza condiviso, anche se non manca chi propone tempi più alti, ma anche più bassi, in particolare in ragione dell’ottimo stato di forma del britannico, che oltretutto a questi livelli non si era mai visto, quindi anche usare i precedenti confronti come riferimento potrebbe lasciare il tempo che trova.

Ad ogni modo, i due non hanno grandi riferimenti a cui appoggiarsi. In carriera si sono infati affrontati a cronometro solamente otto volte da professionisti, di cui solamente due negli ultimi 24 mesi. In carriera tra i due anche tre confronti nelle categorie giovanili, ma sarebbero prestazioni ancor meno paragonabili. Interessante peraltro notare come nessuno dei confronti effettuato sinora sia stato su un percorso di questa lunghezza: la più lunga crono affrontata da entrambi è di 25,7 chilometri e risale al Giro dei Paesi Baschi del 2014, su un tracciato molto nervoso, in cui gli scalatori potevano difendersi molto bene.

Bisogna dunque provare a vedere i precedenti di Yates rispetto agli altri grandi cronoman nelle sue precedenti corse a tappe, in particolare Tour de France 2017 e Vuelta a España 2016, le due volte in cui ha fatto classifica, spingendo così a tutta anche nella prova solitaria. Nessuna delle due prove era puramente per specialisti, ma in entrambi i casi c’era Chris Froome (Sky) come riferimento, che è utile per fare un confronto indubbiamente. Su un tracciato più corto, 22,5km, che presentava una salita e discesa nella parte centrale, alla scorsa Grande Boucle perse 1’28” dal Keniano Bianco, mentre ormai quasi due anni fa in Spagna, su un percorso leggermente più movimentato, ma più simile per certi versi a quello odierno, in 37 chilometri concesse 3’45” al connazionale.

Riferimenti questi già forse un po’ più probanti, che farebbero emergere come potrebbe forse perdere anche qualcosa in più. Un distacco intorno ai due minuti sarebbe comunque un buon risultato per Yates, che comunque avrebbe tante salite per rifarsi in seguito. In quest’ottica, anche rischiare un fuori soglia oggi, nel giorno successivo al riposo, giornata da sempre insidiosa, potrebbe portare più danni che benefici. Ovviamente, Yates oggi spingerà a tutta, in ogni caso, ma c’è sempre una soglia che gli atleti sanno di poter superare o meno, soprattutto in durata. Un possibile distacco intorno, anche superiore, ai due minuti non sarebbe dunque assolutamente sorprendente, con la possibilità, almeno a vedere i precedenti, che possa perdere anche qualcosa in più.

Questo significherebbe che Dumoulin al termine della prova probabilmente indosserà la Maglia Rosa, ma con un margine che quasi certamente sarà molto esiguo, difficilmente difendibile se il britannico dovesse confermare quanto mostrato sinora anche nelle prossime salite.

Provando ad analizzare anche i possibili risultati degli altri corridori in lotta per la classifica generale, Rohan Dennis (BMC) sembra essere l’unico che può impensierire il campione del mondo. Probabilmente l’ex recordman dell’ora e Dumoulin si giocheranno il successo di tappa sul filo del rasoio, con l’iridato favorito soprattutto per aver mostrato sinora qualità di recupero sulle tre settimane superiori all’australiano, ma i distacchi potrebbero essere minimi fra loro, in favore dell’uno o dell’altro. Non molto lontano da loro potrebbe chiudere Chris Froome (Sky), che sembra l’unico altro uomo di classifica in grado di limitare i danni e poter guadagnare in maniera consistente su buona parte dei rivali.

Per tutti gli altri distacchi probabilmente tra i due e i tre minuti. Gli scalatori più puri, dal fisico esile, come Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), saranno presumibilmente nella fascia alta, ma il lucano potrebbe fare eccezione viste le sorprendenti doti più volte mostrate a crono, specialmente quest’anno con finalmente una bici su misura. Corridori come Richard Carapaz (Movistar) e Miguel Angel Lopez (Astana) ancora più lontani probabilmente, mentre Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e Pello Bilbao (Astana) potrebbero contenere sui due minuti, con il francese che potrebbe presumibilmente limitare i danni anche intorno ai 90 secondi. Su Ben O’Connor (Dimension Data) non si hanno molti riferimenti, ma potrebbe essere tra coloro che soffriranno di più nella fascia alta, così come anche Carlos Betancur (Movistar). Sam Oomen (Team Sunweb) e Alexandre Geniez (Ag2r La Mondiale) potrebbero invece fare a loro volta una discreta prova, sulla carta, sui livelli di Pinot.

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