Giro d’Italia 2018, Dennis si gode il primato: “Viviani è stato un gentiluomo

Dopo la cocente delusione ieri, Rohan Dennis ritrova il sorriso al Giro d’Italia 2018. A lungo in testa nella cronometro, per poi essere battuto solo dall’ultimo corridore in gara, quel Tom Dumoulin (Team Sunweb) che ha così potuto riprendere da subito il feeling con la maglia rosa, il leader della BMC è riuscito a rifarsi oggi con una intelligente condotta di gara. Grazie al lavoro dei compagni, l’australiano si è infatti imposto al secondo traguardo volante, potendo così conquistare i tre secondi di abbuono che gli hanno permesso di scavalcare il rivale per un secondo. Sufficiente per indossare, dopo il giallo del Tour de France e il rosso della Vuelta a España, anche il Rosa del #Giro101.

Ieri ero molto deluso – ammette – Vedendo i numeri che avevo fatto ero contento, ma perdere per così poco, proprio alla fine non è stato facile. Ammetto anche che oggi non pensavo di prenderla e che sono stati i compagni a convincermi. Non volevo fare la volata e prenderla perché poi loro avrebbero dovuto lavorare e faticare in questi giorni, ma mi hanno detto che dovevo provarci. Se indosso questa maglia rosa oggi è soprattutto grazie al lavoro della squadra. I miei compagni hanno tirato per 20 km per permettermi di vincere la volata dell’abbuono, ed anche prima di tirare avevano controllato la corsa”.

Passato in testa al TV, l’australiano nello sprint ha superato Elia Viviani (Quick-Step Floors), che poi si è imposto al traguardo. L’ex recordman dell’ora ammette che se l’azzurro avesse voluto fare la volata a pieno le cose ora sarebbero quasi certamente diverse: “Viviani, ad essere onesti, è scattato al traguardo volante, ma non è andato a tutta. È stato bello vederlo vincere la tappa… non che me l’avesse regalato ma, diciamo così, è stato un gentiluomo“.

In conclusione, lui che è venuto qui alla Corsa Rosa per fare classifica, comunque per il momento preferisce restare con i piedi per terra. Preferendo andarci piano sulle sue possibilità di conservare il simbolo del primato. “Ovviamente proverò a conservarla, ma la corsa è ancora molto lunga – chiosa – Domani me la godo e non voglio pensare ad altro. Mancano ancora 19 tappe e possono succedere tante cose. Vedremo fino a quando potrò tenerla. Per me è un sogno, ma devo essere concreto“.

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