Grandi Giri: Vincenzo Nibali e Chris Froome possono resistere all’affermarsi delle nuove leve?
Ogni campione ha un suo percorso e fare paragoni è sicuramente impossibile. Ci siamo tuttavia già chiesti in passato quanto potesse durare il periodo d’oro di un grande campione di corse a tappe ed avevamo notato come, scorrendo gli albi d’oro di Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a España, nella maggior parte dei casi non si arrivi a superare gli otto anni. Avevamo infatti paragonato i palmarès dei grandi campioni del passato in grado di vincere almeno cinque GT nella loro carriera e quel che era emerso è che i soli otto ad esserci riusciti lo avevano fatto racchiusi in una forchetta che andava dalle cinque straordinarie stagioni (1991-1995) di Miguel Indurain alle ancora più incredibili gesta di Fausto Coppi, che nella sua leggendaria carriera vinse grandi giri nell’arco di 14 stagioni 1940-1953), una in più del grande rivale Gino Bartali (1936-1948). Da sottolineare che i due uomini che divisero l’Italia non poterono correre alcun GT per cinque anni, per una lunga pausa che influì sicuramente sui loro corpi.
L’unico altro corridore in doppia cifra, forse per certi versi l’unico, è Felice Gimondi, capace di conquistare cinque GT tra 1965 e 1976 (pur conquistando quattro di queste vittorie nei primi cinque anni di una carriera segnata dalla sua tenacia e la grande rivalità con il Cannibale, anticipato e seguito dal grintoso bergamasco). Eddy Merckx infatti ha costruito il suo straordinario palmarès in sette stagioni (1968-1974), inserendosi nel mezzo ai domini degli altri due re della loro epoca Jacques Anquetil e Bernard Hinault, entrambi capaci di vincere in otto anni (1957-1964 il primo, 1978-1985 il secondo). Leggermente sopra invece Alfredo Binda, capace di conquistare cinque volte il Giro nel periodo 1925-1933 (anche nel suo caso quattro sono racchiusi in cinque anni), al quale si è aggiunto nel frattempo Alberto Contador, che ha vissuto il suo periodo d’oro tra il 2007 e il 2015, nove stagioni nelle quali ha conquistato sette GT (al netto delle decisioni del Tribunale, ma in ogni caso la forchetta resterebbe la stessa, pur con due titoli in più).
Se dunque ogni atleta ha un suo percorso di maturazione psicofisica diversa, per il quale riuscirà ad arrivare al suo apice in età diversa rispetto ad altri corridori, contemporanei o del passato, analizzando questi risultati ne emerge comunque una tendenza piuttosto consolidata su quella che è la durata di quello che possiamo definire il periodo d’oro di ogni ciclista, quello nel quale costruisce il suo lascito al nostro sport. Una età di inizio e fine non esiste, i corridori presi in considerazione hanno avuto parabole diverse fra loro, con il corpo e la mente degli atleti che si formano in maniera chiaramente diversa caso per caso, seguendo tempistiche e necessita fisiologiche, ma anche inserendosi in un contesto di variabili casuali alle quale devono chiaramente adattarsi.
Ma questo come si riflette sui corridori in attività? Partiamo dal più vincente, il cui caso è particolare, ovvero Chris Froome, decimo atleta nella storia ad aver superato quota cinque vittorie nei grandi giri. Il suo primo GT conquistato sulla strada è infatti il Tour de France 2013, ma recentemente gli è stata assegnata la Vuelta 2011, anticipando di quasi due anni il suo primo successo. Vincitore nel frattempo di Tour 2015, 2016, 2017, Vuelta 2017 e Giro 2018 per un totale di sette grandi giri, il Keniano Bianco a che punto è della sua parabola? Senza voler entrare nelle possibilità di un suo pieno recupero dopo il tremendo infortunio, facendo solamente i conti rispetto alle parabole dei suoi precedessori si può notare come essere arrivato al 2018 gli abbia già permesso di raggiungere le otto stagioni, contando a partire dal 2011. Se invece si conta dal 2013, il 2020 sarebbe l’ultima stagione buona per aumentare il proprio palmarès (ovviamente, stabilendo che otto anni possa essere una valida media approssimata e facendone una norma, cosa tutt’altro che stabilita).
Dietro di lui il nostro Vincenzo Nibali che ha aperto il suo contatore alla Vuelta 2010, fermandosi attualmente, malgrado un alto numero di podi, al Giro 2016. Quattro successi (bisogna aggiungere Giro 2013 e Tour 2014) ottenuti dunque in sette stagioni. Il periodo d’oro del siciliano può essere considerato finito, oppure lo Squalo dello Stretto può essere l’eccezione in grado di superare la doppia cifra per tornare a vincere, inserendosi nella scia che solo alcuni suoi connazionali hanno saputo solcare? Dal suo ultimo trionfo ha ottenuto ancora tre podi, segno che potrebbe non essere poi così lontano dal riuscirci…
Unico altro corridore in attività ad aver vinto sinora più di una volta è Nairo Quintana, vincitore di Giro 2014 e Vuelta 2016. Reduce da stagioni decisamente in con poco chiaro e molto scuro, il colombiano ha cambiato squadre e con la Arkéa – Samsic ora punta a tornare ai vertici. Tutti gli altri sono ad un solo successo, ma è interessante notare come ben cinque corridori lo abbiano ottenuto nelle ultime due stagioni, con cinque vincitori inediti per gli ultimi cinque grandi giri che sono stati corsi. Oltre all’inossidabile Alejandro Valverde, che lo scorso settembre ha provato a far esplodere le statistiche conquistando la sua seconda Vuelta undici anni dopo il primo successo, gli altri due che avevano già vinto in anni precedenti sono Fabio Aru (Vuelta 2015) e Tom Dumoulin (Giro 2017).
Le “nuove leve” sono invece Geraint Thomas (Tour 2018), Simon Yates (Vuelta 2018), Richard Carapaz (Giro 2019), Egan Bernal (Tour 2019) e Primoz Roglic (Vuelta 2019), capaci di aprire il proprio contatore in periodi ben diversi della propria carriera, oltre che ovviamente con prospettive diverse per il proprio futuro. Inutile fare i conti per questi ragazzi che hanno da poco messo il primo GT in bacheca, ma appare evidente come ormai il ricambio generazionale sia iniziato in maniera prepotente e tornare in indietro non è possibile. Quel che i più esperti potranno provare è dimostrare che possono quantomeno avere ancora la possibilità di dire la loro: Chris Froome e Vincenzo Nibali possono resistere all’affermarsi delle nuove leve?
Nome | Periodo d’oro | Giro | Tour | Vuelta | Totale | |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | Eddy Merckx | 1968–1974 | 5 | 5 | 1 | 11 |
2 | Bernard Hinault | 1978–1985 | 3 | 5 | 2 | 10 |
3 | Jacques Anquetil | 1957–1964 | 2 | 5 | 1 | 8 |
4 | Alberto Contador | 2007–2015 | 2 | 2 | 3 | 7 |
4 | Miguel Indurain | 1991–1995 | 2 | 5 | 0 | 7 |
4 | Fausto Coppi | 1940–1953 | 5 | 2 | 0 | 7 |
4 | Chris Froome | 2011-2018? | 1 | 4 | 2 | 7 |
8 | Felice Gimondi | 1965–1976 | 3 | 1 | 1 | 5 |
8 | Gino Bartali | 1936–1948 | 3 | 2 | 0 | 5 |
8 | Alfredo Binda | 1925–1933 | 5 | 0 | 0 | 5 |
ALTRI CORRIDORI IN ATTIVITA’ | ||||||
Vincenzo Nibali | 2010-2016? | 2 | 1 | 1 | 4 | |
Nairo Quintana | 2014-2016? | 1 | 0 | 1 | 2 | |
Alejandro Valverde | 2009 | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Fabio Aru | 2015 | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Tom Dumoulin | 2017 | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Geraint Thomas | 2018 | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Simon Yates | 2018 | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Richard Carapaz | 2019 | 1 | 0 | 0 | 1 | |
Egan Bernal | 2019 | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Primoz Roglic | 2019 | 0 | 0 | 1 | 1 |
Tabella: wikipedia
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Froome ha vinto 4 Tour, la vostra tabella riporta erroneamente 3.
Grazie per la segnalazione Giuseppe. Nel testo avevamo i conti giusti, ma effettivamente nella tabella ne mancava uno