#SpazioTalk, Francesco Frassi parla del nuovo Team Corratec: “Faremo una Continental che sta al mondo come una squadra Professional”

Una delle novità della stagione 2022 è la nascita di una nuova formazione Continental italiana, il Team Corratec. La squadra, che sarà guidata da due figure di spicco dell’ormai scomparsa Vini Zabù, ovvero Serge Parsani e Francesco Frassi, sta definendo in questi giorni i dettagli per quanto riguarda l’organico, che potrà contare su alcuni corridori che lo scorso anno hanno corso per il sopracitato team Professional, e sta lavorando per mettere a punto il calendario delle corse alle quali partecipare nell’imminente nuova stagione. Proprio con Frassi, intervenuto nell’ultima puntata del nostro podcast SpazioTalk, abbiamo parlato dello sviluppo di questo nuovo progetto e delle ambizioni e delle intenzioni per il futuro.

A che punto è il progetto? State già organizzando il ritiro?
Il progetto è a buon punto, la squadra è stata registrata all’UCI. Stiamo finendo il roster degli atleti, siamo a 12 corridori ad oggi, vogliamo arrivare a 16-17 nel caso in cui prendessimo anche un corridore del ranking pista. Abbiamo gettato le basi, i mezzi, a breve presenteremo anche la maglia. Stiamo lavorando molto intensamente sul calendario perché il nostro obiettivo è fare sempre doppia attività, facendo correre gli otto under-23 che abbiamo nelle gare U23 italiane e ogni tanto fargli fare qualche puntatina in qualche gara dei professionisti, o all’estero, per fargli fare esperienza. Poi avremo un’altra attività che farà prettamente gare professionistiche e gare internazionali e nazionali. Per questo stiamo lavorando molto sul calendario, perché ovviamente è una squadra Continental nuova, e anche se sia io che Serge Parsani abbiamo contatti da tempo con gli organizzatori, non è semplice ottenere gli inviti, ma ci stiamo lavorando. Per ora stiamo mettendo in piedi un buon calendario, poi strada facendo, come per tutte le cose, le conferme le avremo, anche un po’ più avanti. Abbiamo preso degli ottimi corridori, oltre ai giovani under-23, anche dei buoni corridori. Almeno quattro elementi dovremmo prenderli nei prossimi giorni.

Siete già in trattativa con questi corridori? Ci può anticipare qualche nome?
Preferisco aspettare. Come già è trapelato abbiamo Veljko Stojnic, che è un ragazzo che conosco molto bene perché l’ho diretto in Vini Zabù. È veramente un talento, lo scorso anno si è rotto il femore a marzo ed è riuscito a rientrare velocissimo facendo quarto al Tour du Limousin. Poi ha avuto un problema muscolare ad un polpaccio, al Giro della Toscana a settembre, però considerando che lo scorso anno era under-23 diventa un corridore su cui puntare molto. Poi abbiamo Rajovic, che è un velocista che tiene anche in salita e che ha già vinto molto nonostante sia giovane. Ha vinto sei gare da professionista, è un classe 1997, viene dalla Delko, ha vinto una tappa al Giro di Croazia, al Qinghai Lake in Cina, al Giro di Romania, insomma ha fatto delle belle prestazioni. Poi abbiamo Baldaccini, Masotto e Gandin, che da dilettanti si sono contraddistinti bene in questi anni. Possono fare il salto di qualità, e sono dell’idea che per farglielo fare a un corridore che viene dai dilettanti bisogna fargli fare un calendario intenso anche con molti giri a tappe, cosa che molti dilettanti non fanno perché ovviamente non lo permette il calendario di farne molti. Una squadra con un’attività professionistica come saremo noi può permettere anche di farlo, se uno ha il motore dopo qualche giro a tappe si vede, si trasforma, esce fuori il salto di qualità. Poi, di ragazzi giovani abbiamo preso corridori che hanno ancora da dimostrare, qualcuno ha già fatto vedere cose buone come Olivero, che è un secondo anno, ha fatto secondo e terzo posto lo scorso anno. Poi abbiamo preso molti primo anno, quindi gli staremo anche un po’ dietro perché è diverso il rapporto che si può avere con un ex professionista o un corridore d’esperienza con un ragazzino più giovane. Nonostante la squadra sia la stessa abbiamo anche creato una struttura, un alloggio, per tenerli lì quando finirà la scuola, per stargli più dietro anche a livello di preparazione. Penso ne abbiano bisogno i ragazzi giovani. Questo è il progetto che stiamo portando avanti, poi è normale, a tutti piace fare risultati, però non è facile in quest’epoca di covid fare anche risultati. La qualità si è alzata molto.

Un calendario limitato inoltre fa in modo che squadre un po’ più forti debbano mandare corridori migliori a corse che magari non avrebbero seguito con la stessa attenzione, quindi per le Continental non è poi sempre facile…
Sì, ho avuto l’esperienza di essere in Continental per quattro anni quando ero in Amore e Vita, e nonostante ci siamo tolti delle soddisfazioni, perché abbiamo vinto molte gare anche in Italia, il Giro dell’ Appennino, il Pantani, gare in Cina, al Qinghai Lake, però era diverso, c’era molto più spazio. Ora con il covid andiamo a fare una gara come il Sibiu Tour in Romania, dove magari una Continental faceva risultati, e non c’era neanche una WorldTour al via, ora magari te ne trovi tre. Anche al GP Laigueglia quando abbiamo vinto con Simone Velasco c’erano due squadre WorldTour, mentre lo scorso anno ce n’erano 16, quindi figuriamoci per una Continental… Hanno valorizzato le gare con tante WorldTour, però fare qualche risultato diventa difficile. Un ragazzo che aveva le gambe per vincere una tappa alla Coppi e Bartali ora con la stessa condizione arriva ottavo. Con Parsani, una persona d’esperienza che quando parla si impara sempre qualcosa, si voleva fare una Professional ma non c’è riuscito con i tempi. Ci sono state varie situazioni che non ci hanno permesso di farla, però faremo una Continental che sta al mondo come una squadra Professional.

Avete l’idea in futuro di andare nel mondo dei Pro Team, magari tra due-tre anni?
Arrivare Professional e fare un grande calendario, un Grande Giro, sarebbe una bella cosa. Pensiamo a quest’anno e poi quando arriveremo verso giugno si valuterà anche il fatto se la squadra è in grado di provare a entrare nelle Professional. Da lì poi, strada facendo, da cosa nasce cosa.

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