Scheldeprijs 2018, Jakobsen: “È davvero incredibile, sta andando tutto a meraviglia”

Fabio Jakobsen si prende una corsa storica con il successo allo Scheldeprijs 2018. Già vincitore alla Nokere Koerse, il neoprofessionista della Quick-Step Floors conquista così la sua seconda corsa in pochi giorni con una dimostrazione di forza di assoluto valore. Non solo per una volata sostanzialmente dominata, ma anche perché riuscire a reggere sino al traguardo, conservando le energie necessarie, non era così semplice in una corsa che comunque presentava una buona distanza e un percorso che vento e pioggia hanno reso piuttosto duro. Il 21enne neerlandese invece ha stretto i denti, riuscendo a farsi poi trovare pronto all’arrivo. Certo, mancavano alcuni corridori (alcuni espulsi, altri sfortunati per cadute e forature al momento sbagliato), ma questo poco toglie al suo successo personale.

Primo anno e subito una vittoria di peso come questa, vincendo nettamente una corsa che viene solitamente considerata una sorta di Mondiale per velocisti visto il grande parterre.
È davvero incredibile. Riuscire a fare la volata, perfino a vincerla…Penso sia indubbiamente una delle più grandi vittorie della mia giovane carriera sinora.

Visto questo inizo, cosa vuoi dalla tua carriera?
Spero di riuscire a diventare veloce quanto gli altri grandi velocisti. Continuare a crescere e migliorare ogni anno per poter conquistare delle tappe a Giro, Tour e Vuelta

In particolare alla Nokere Koerse, ma anche oggi lo conferma, abbiamo visto che sei a tuo agio anche sul pavé e i percorsi più impegnativi.
È vero, correre qui nelle Fiandre mi piace. Il pavé mi piace, ma penso che, quando hai 21 anni e sei veloce, devi prima di tutto concentrarti sulle volate. E per il momento sta andando tutto a meraviglia

Raccontaci la volata odierna.
Negli ultimi due chilometri davanti c’erano sempre Iljo Keisse e Zdeněk Štybar, corridori che hanno dimostrato di essere in grande forma in questo periodo. Hanno dato tutto fino a 500 metri dal traguardo, poi sono rimasto a ruota di Michael Mørkøv fino a quando non ho visto il cartello dei 200 metri. In quel momento mi sono detto che toccava a me e sono partito!

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