Fase-2, la protesta dell’ANCMA: “Si spinge per un maggiore uso delle bici, ma i negozi specializzati restano chiusi”

Da più parti la bicicletta viene indicata come il mezzo della ripresa. Diverse grandi città italiane stanno approntando piani per favorire il suo utilizzo e, soprattutto a causa della difficoltà di muoversi in sicurezza con i mezzi pubblici, le due ruote possono rappresentare un’alternativa comoda, rispettosa delle distanza e anche ecologiche. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ne ha “liberalizzato” l’utilizzo a partire da lunedì 4 maggio, ma non mancano i motivi di dibattito. Anzi, nel caso, dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, si tratta più di una protesta che di un’annotazione.

“Ci chiediamo come sia possibile immaginare una mobilità della ripartenza contraddistinta da un maggiore ricorso all’utilizzo delle due ruote con i negozi di biciclette ancora chiusi”, le parole contenute in una nota diffusa da Confindustria ANCMA in sede di commento del Dpcm relativo alla cosiddetta Fase-2 dell’emergenza Covid-19. Le attività commerciali di settore, infatti, non sono fra quelle che potranno riaprire regolarmente all’inizio della prossima settimana.

“Da giorni – ha rimarcato l’associazione – partecipiamo a tavoli e leggiamo dichiarazioni di rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale e locale che annunciano incentivi e sottolineano il protagonismo delle due ruote, ma la pianificazione della mobilità urbana in questa direzione non può non considerare che una rete nazionale di oltre 2500 negozi, che può offrire un servizio ai cittadini, anche adottando iniziative commerciali ad hoc per la situazione sanitaria, abbia ancora la saracinesca abbassata: è irrazionale”.

ANCMA sottolinea come “di fronte a un ragionevole aumento dell’utilizzo delle due ruote, la conformazione urbana di molte città suggerisce di non dimenticare il tema dalla sicurezza dei ciclisti. Non solo sarà indispensabile fare appello ai cittadini di adottare comportamenti rigorosi e ancora più responsabili, ma anche permettere loro di comperare dotazioni di sicurezza, caschi, caschetti e abbigliamento protettivo con più facilità. Per questo chiediamo nuovamente, a nome di tutto il settore, di riaprire i negozi di biciclette il prima possibile e auspicabilmente di prevedere forme di defiscalizzazione per l’acquisto di materiale protettivo e altri dispositivi di sicurezza come luci, pettorine e riflettori”.

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