Calendario, Renato Di Rocco conferma la bozza delle corse italiane che sarà mandata oggi all’UCI

Renato Di Rocco conferma la bozza di calendario italiano. Intervenuto ai microfoni di RaiSport, il presidente della Federciclismo commenta la situazione attuale del ciclismo in relazione al programma proposto dall’UCI per questo “anno particolare”, fortemente Tourcentrico, ma riconoscendone l’inevitabilità visto il ruolo della Tour de France negli introiti e nella visibilità per le squadre e, di conseguenza, per gli sponsor. Intanto, conferma che sarà oggi mandata all’UCI la nuova bozza per quanto riguarda le corse italiane, costrette in toto ad adattarsi alla nuova realtà di un programma che porta numerosi cambiamenti tra rinvii, anticipazioni, accorpamenti e divisioni.

“Le opportunità potevano venire se si fosse partiti da metà luglio, perché per le 18 WorldTour il Tour è essenziale, in quanto rappresenta il 45% di impatto mediatico nel mondo – spiega il vicepresidente UCI alla Domenica Sportiva sottolineando che in clima in cui c’è stata “la riduzione per tutti gli sponsor”, che rappresentano “unico sostegno” di cui vivono le squadre, si è stati in qualche modo “costretti a ridurre il calendario dal 20 settembre ai primi di novembre” Ovviamente, l’augurio è che si tratti di “un anno straordinario” e di poter “tornare il prossimo anno alle proprie date”.

Per quanto riguarda la sovrapposizione di alcune classiche Monumento con il Giro d’Italia, Di Rocco ammette che “dà fastidio”, ma sembra ribadire l’impossibilità di fare altrimenti in quanto “per RCS Sport era fondamentale restare su quattro week-end, altrimenti ridurre quei tre giorni avrebbe liberato un altro weekend e diventava più praticabile inserire in quel caso una classica”.

Intanto, attorno alle certezze avute sinora, pur con qualche interrogativo ancora, prende forma anche l’intero calendario mondiale, anche oltre il WorldTour. Nello specifico sono state apportate anche modifiche al calendario di corse italiano, che inevitabilmente ha dovuto cercare di adattarsi alla nuova situazione. Le maggiori novità, per quanto già prospettate, rispetto alla bozza precedente sono lo spostamento di Milano – Torino e Gran Piemonte tra Strade Bianche e Milano – Sanremo (seguita dal Giro dell’Appennino il giorno seguente) ad inizio agosto, mentre per il resto si è trattato soprattutto di adattarsi ad alcuni ritocchi inevitabili vista la presenza della Tirreno – Adriatico a metà settembre al posto degli Europei che non si terranno più in Trentino. Confermato inoltre l’accorpamento in un unico evento del Trittico Lombardo, andando così ad unire Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi e Tre Valli Varesine il 22 settembre, ultimo appuntamento di una serie di corse premondiali nel nostro paese.

“La composizione è giusta, ma è uno scenario ancora aperto – ammette il presidente della FCI – E lo sarà fino all’ultimo momento. La ripartenza la decideranno i rispettivi governi, in quanto ci sono modalità legate ai confini fra le nazioni, come ora le abbiamo fra le regioni in Italia. Ci saranno da valutare le resistrezioni o aperture”.

Per il momento resta ancora l’incognita dei Campionati Nazionali, non tanto nel nostro paese quanto piuttosto in alcuni paesi del Nord Europa (Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi non potranno svolgere regolarmente il proprio evento), per cui in quello slot potrebbe cambiare qualcosa, come più volte ventilato in questo periodo. “Lì probabilmente si può spostare una Monumento“, commenta Di Rocco, che non si esprime riguardo le porte chiuse trovando il ciclismo “avvantaggiato” rispetto ad altri sport per quanto concerne il protocollo proposto dal CONI. Ragionare a blocchi di corridori e preparatori che si suddividono le corse è infatti “prassi consolidata” nel ciclismo, per cui “una squadra con 27-28 corridori riesce a partecipare a 3-4 eventi contemporanei dividendo il proprio staff”.

Restano da valutare le soluzioni in base alle eventuali limitazioni e restrizioni che potranno essere decise dai vari paesi in tema di sicurezza e sanità, così come bisognerà assolutamente avere una linea comune e decisa riguardo cosa fare in caso di positività di atleti, staff o media che fanno parte della carovana. Così come le misure di distanziamento, specialmente nelle zone di partenza e arrivo, anche con l’eventuale pubblico, ma anche fra le varie figure. Questo specialmente “nelle tappe concitate in cui si arriva in volata”.

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