Arkéa-Samsic, Nairo Quintana: “I manager portano i ragazzi colombiani in Europa troppo presto per fare soldi”

Nairo Quintana si scaglia contro il sistema dei manager colombiani. Il corridore della Arkéa-Samsic, protagonista di un ottimo inizio di stagione dopo qualche anno non sempre esaltante con la divisa della Movistar, ha rilasciato un’intervista significativa al podcast El Leñero, in cui ha denunciato una situazione particolarmente difficile per i giovani suoi connazionali, che spesso vengono portati in Europa ancora minorenni con il sogno, generalmente illusorio, di diventare campioni ed essere strapagati. Una modalità perpetrata da alcuni addetti del mestiere che pensano soltanto al loro guadagno personale, nella speranza di fare soldi con l’esplosione di un nuovo giovane talento. La realtà parla però di tanti casi di giovani costretti a tornare in patria senza un contratto valido dopo anni di duri allenamenti in condizioni di vita difficili.

Ho conosciuto persone, che non saprei come chiamare, che offrono ai bambini da 15 a 17 anni contratti con l’autorizzazione dei genitori per andare in Europa” ha dichiarato lo scalatore sudamericano, parlando di una realtà che evidentemente conosce su diversi sui connazionali: “Dicono che sono i rappresentanti che hanno fatto firmare e hanno portato in Europa Nairo, Ivan Sosa, Rigoberto Uran, Egan Bernal… li ingannano per incontrare per caso un campione e riempirsi le tasche di denaro“.

Quintana ha poi proseguito esternando la propria volontà di aiutare i giovani direttamente in Colombia: “Qui alleniamo i ciclisti, ma ci sono squadre interessate a loro molto presto. Dico loro di stare tranquilli perché conosciamo le persone e le squadre, le possiamo consigliare senza problemi. Ma ci sono i manager che dicono che li portano in Europa a 15-16 anni, senza neanche aver finito la scuola e li fanno vivere in scantinati in diversi Paesi, malnutriti, vivendo male e soffrendo. Alla fine i bambini hanno molti problemi psicologici e abbandonano il ciclismo e tutto. Pochi di noi si sono potuti salvare. Si arriva in Europa senza denaro, io dico loro di rimanere qui almeno fino al secondo anno da under 23, almeno hanno altri due anni per andare in Europa nella stessa categoria. Intanto vanno a scuola e finiscono la loro formazione”.

Ci possono essere eccezioni, come Bernal che ha vinto il Tour, ma è un caso unico nella storia. Alcuni vogliono passare dalle giovanili al Tour de France, ma non funziona così. Sono tutti affamati per ciò che viene detto loro o per quanto riceveranno”. Secondo quanto dichiarato dall’ex Movistar, alcuni ragazzi dai 16 ai 18 anno ricevono già sui 450.000 euro in pochi anni: “Un ragazzo può essere un fenomeno, ma non gli si può dare quella somma, è qualcosa che ancora non capisce. Molti sono tornati in Colombia frustrati, è stato difficile da vedere“.

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