Trek-Segafredo, Bauke Mollema: “Le moto sono sempre troppo vicine ai corridori, per le riprese televisive bisogna iniziare a pensare ai droni”

Il tema della, ingombrante, presenza delle motociclette nelle gare ciclistiche è ricorrente e sempre caldo. Rispetto alle tante proteste espresse dai corridori nell’arco degli anni, e anche ai vari fatti che si sono susseguiti nel tempo, pare essere cambiato poco. La stagione 2023 è appena iniziata e c’è già qualche segnalazione di mal funzionamento del rapporto fra i mezzi a motore e quelli a pedali in corsa. A farsi portavoce della questione è Bauke Mollema, uno dei corridori più esperti in gruppo: il neerlandese della Trek-Segafredo ha raccontato quanto successo alla Volta a la Comunitat Valenciana 2023.

“Nella seconda tappa della corsa spagnola c’era l’arrivo in salita e la motocicletta delle riprese televisive era neanche 5 metri più avanti rispetto a noi – le parole di Mollema raccolte da Cycling Weekly – Non c’era spazio per muoversi in avanti. Dal mio punto di vista, inoltre, in Italia e in Spagna le cose funzionano peggio che in altri Paesi e penso che tuttora l’Unione Ciclistica Internazionale non stia facendo abbastanza per evitare che le moto influenzino l’andamento di una gara”.

Il neerlandese, vincitore de Il Lombardia 2019, rincara la dose: “Quello delle moto è uno dei problemi più grande nel ciclismo di oggi. Il fatto che la loro presenza influenzi i risultati di una corsa capita spesso. È un fattore che cambia le gare e può persino decidere su una fuga possa arrivare al traguardo o no, oppure quanto veloce possa andare il gruppo. Credo che negli ultimi anni la cosa sia peggiorata, ma può anche essere che ora ci si faccia maggiore attenzione”.

Proposte per una soluzione? “Studi scientifici dicono che la distanza giusta fra moto e bici sia di 30-40 metri. Certo – prosegue Mollema – Mi rendo che per le persone a casa che guardano la gara in televisione le immagini possano non essere particolarmente buone. Dobbiamo trovare per il futuro qualcosa di alternativo, magari come i droni“. Droni che ora vengono utilizzati per le riprese, nel ciclocross e, cambiando sport, anche nelle gare di sci alpino, su distanze però, ovviamente, molto più brevi rispetto a quello che servirebbe per una gara di ciclismo su strada.

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