Canyon-Sram, lo sponsor Rapha insoddisfatto delle scuse di Chloe Dygert: “Insufficienti”

Non si è ancora del tutto chiusa la vicenda social di Chloe Dygert. Lo sponsor Rapha, uno dei marchi legati alla Canyon-Sram, non ha affatto gradito le azioni su internet della ciclista statunitense, che ha da poco firmato per la prossima stagione proprio con il team. In particolare, la fortissima cronoman era stata attaccata sui social per alcuni like a post non inclusivi o razzisti, come uno in cui si affermava che “il privilegio dei bianchi non esiste” o si insinuava che Colin Kaepernick, il giocatore di football americano diventato simbolo della lotta al razzismo, avesse “capito che facendo la parte della vittima avrebbe potuto truffare la comunità nera”, senza dimenticare il post che diceva “Gli uomini che si autoidentificano come donne non sono davvero donne, come le bambine che si autoidentificano come sirene non sono pesci”.  Tutti movimenti che non sono passati inosservati agli utenti della rete.

La ciclista si era scusata pubblicamente proprio tramite social, togliendo i like e facendo ammenda. Parole che non sono bastate allo sponsor Rapha, che in un comunicato ufficiale ha condannate le azioni della Dygert definendole “offensive, divisive e senza spazio nel ciclismo o nella società“. Nella presa di posizione dell’azienda si specifica che Rapha ritiene che l’atleta abbia fatto “seri errori di valutazione, che sono accompagnati da scuse non sufficienti“. In ogni caso si specifica che dopo una chiacchierata con l’atleta, lo sponsor ritiene che abbia “la capacità e il desiderio di ascoltare, imparare e cambiare”.

Il comunicato si conclude ribadendo la posizione dello sponsor, assolutamente contrario a ogni tipo di discriminazione, ma anche l’intenzione di rimanere al fianco della Canyon-Sram: “Come risultato della nostra conversazione, il desiderio che Chloé ha dimostrato e le azioni concrete che la Canyon-Sram sta mettendo in atto, Rapha continuerà a supportare il team“. Insomma, non cambierà la situazione dello sponsor, ma la nuova, netta presa di posizione sulla vicenda può solo far bene al mondo del ciclismo.

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