Quick-Step Floors, Viviani chiude la stagione da più vincente: “Voglio ripetermi il prossimo anno”

Il 2018 stratosferico di Elia Viviani è giunto alla sua conclusione. Lo sprinter della Quick-Step Floors ha inanellato la bellezza di 18 successi, che ovviamente rappresentano il suo record personale e lo innalzano a corridore più vincente di questa stagione, non solo all’interno della sua squadra, ma anche a livello mondiale, visto che non sembra esserci nessun corridore in grado di raggiungerlo in queste battute finali della stagione. Il veronese ha fatto un salto di qualità impressionante, passando da ottimo sprinter a fuoriclasse assoluto. Questo è dovuto ovviamente anche alla nuova squadra, quella di Patrick Lefevere, che da subito ha creduto nelle sue potenzialità e gli ha affidato i galloni di capitano. Mai come in questa stagione, infatti, Viviani aveva potuto godere di un treno per le volate di così alto spessore.

“Chiudere la stagione con 18 vittorie a mio nome è qualcosa di fantastico – ha ammesso l’ex corridore della Sky – […] La cosa più importante è stata la qualità delle vittorie. È stato un anno di altissimo livello, durante il quale siamo riusciti ad essere competitivi per tutta la stagione, sin dall’inizio con Tour Down Under e Cadel Evans Race e passando per il medio oriente con Abu Dhabi e Dubai Tour”.

Immaginarsi una stagione del genere era difficile per chiunque, ma il 29enne di Isola della Scala è stato in grado di adattarsi rapidamente al cambio di casacca: “Era importante adattarsi bene e creare subito un buon feeling con i nuovi compagni e, fortunatamente, ci siamo riusciti – ha continuato – Quando capitano stagioni come queste devi avere dalla tua parte anche la fortuna, senza dubbio, ma noi abbiamo lavorato duramente, il nostro programma era perfetto e ci ha dato moltissime chances”.

Per la prima volta, l’ex Cannondale si è sentito “un vero e proprio leader”, visto che in passato si era sentito “un velocista ma non un leader”, pertanto “la chiave del successo è stata la fiducia” che lui ha avuto nei propri mezzi e che i suoi compagni hanno avuto in lui. Quattro vittorie di tappa al Giro d’Italia, con maglia ciclamino annessa, tre alla Vuelta a España e Classica di Amburgo, ma la vittoria più bella è stato il Campionato Italiano: “È stata la vittoria più emozionante. Uscivo bene dal Giro, ma il percorso non si adattava alle mie caratteristiche. Sapevo però che con la giusta concentrazione avrei potuto fare bene. Il fatto che sia stata una vittoria molto diversa dalle mie solite l’ha resa speciale ed emozionante“.

Nonostante la condizione fisica dopo la Vuelta si fosse mantenuta buona, per il campione olimpico di Rio 2016 è giunto il momento di prendersi una meritata vacanza, pur avendo già in mente cosa fare il prossimo anno. “Ho 87 giorni di corsa quest’anno, penso che continuare sarebbe un errore – ha aggiunto ancora Viviani – Devo fermarmi, riposare ed essere pronto per il prossimo anno. Voglio ripetere questa stagione, ma per farlo devo fermarmi ed è bello farlo con un così alto livello.  Senza dubbio non sarà facile ripetermi nelle prossime stagioni, ma spero che questa sia stata la prima di molte stagioni ad alto livello. Ci sono ancora delle corse che mi piacerebbe vincere, come la Gent-Wevelgem e la Milano-Sanremo, ma per farlo bisogna provarci molte volte”.

Infine un pensiero va a Tokyo 2020, quando dovrà difendere il suo oro nell’Omnium, ma l’idea è quella di non tralasciare la strada come successo nel 2016 (due sole vittorie su strada): “Dopo quest’anno mi concentrerò sempre e soprattutto sulla strada […] La cosa buona della pista è che le regole dell’Omnium sono cambiate, il che significa che non sarà necessario spendere molte ore in pista per prepararlo, come invece fu nel 2016. Non voglio perdere un anno di strada per andare a caccia di una medaglia d’oro a Tokyo, ma fare le Olimpiadi come fossero parte della mia attività su strada. Penso di poter essere pronto allo stesso modo. Sicuramente mi vedrete in pista per alcuni appuntamenti di Coppa del Mondo o agli Europei, dove cercherò di fare il miglior risultato possibile senza tuttavia avere grandi obiettivi”.

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