Pagelle Parigi-Roubaix 2024: Van der Poel è di un’altra categoria, Philipsen si conferma, Pithie ormai è sbocciato – La Soudal-QuickStep sparisce, italiani sfortunati
Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), 10 e lode: Firma un altro capolavoro e dipinge altre memorabili pagine di storia del ciclismo. L’impressione, confermata anche dalle parole dei rivali, è che sia un paio di categorie più su rispetto agli altri. Senza Wout Van Aert e Tadej Pogačar in gara, può sostanzialmente fare quello che vuole. Imperiale.
Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), 10: Indubbiamente favorito dalla presenza davanti del compagno di squadra Van der Poel, cosa che gli fa risparmiare energie, è comunque autore di una grandissima prestazione anche quest’anno e si conferma per il secondo anno consecutivo il più forte, dietro l’imprendibile VDP. Ha già detto di voler tornare qui, per provare a vincere.
Mads Pedersen (Lidl-Trek), 9: Ci prova, forse anche troppo. Peccato per le energie spese per rientrare dopo la foratura, che gli costano la freschezza necessaria al momento dello scatto di Van der Poel, ma difficilmente avrebbe potuto reggere il confronto con l’iridato fino al traguardo. Unico errore, l’aver fatto tirare la squadra togliendo le castagne dal fuoco a una Alpecin-Deceuninck che in quel momento rischiava grosso.
Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), 9: Gregario perfetto, il belga rischia solo al momento dell’attacco che porta via un terzetto, ma per il resto rasenta la perfezione, facendo un eccezionale lavoro da marcatore, in protezione dei compagni più titolati. In più, chiude al sesto posto, che rimane un risultato individuale molto pesante.
Nils Politt (UAE Team Emirates), 8: Quando c’è da scattare non si tira indietro. Quando c’è da tirare non si tira indietro. Ha solo la sfortuna di arrivare in fondo insieme a due velocisti eccezionali, dopo aver provato una azione che poteva anche ribaltare la corsa. Terzo al Fiandre e quarto alla Roubaix: davvero niente male.
Stefan Küng (Groupama-FDJ), 8: Altro prestigioso piazzamento per un corridore che non ha paura di attaccare e fare la corsa. Assieme a Politt è protagonista nell’azione che avrebbe potuto cambiare tutto. Successivamente è sempre in prima linea, senza mai mollare, almeno finché il corpo risponde pienamente agli stimoli della volontà.
Laurence Pithie (Groupama-FDJ), 8: Una scivolata priva il giovane neozelandese della possibilità di giocarsi le sue carte fino in fondo, ma il settimo posto, all’esordio in una corsa così dura, affrontata da protagonista, rimane comunque un gran risultato.
Jordi Meeus (Bora-hansgrohe), 7,5: Corre in modo attento per tutto il giorno, regolando poi il gruppo degli inseguitori per ottenere un bel piazzamento, dopo aver anche provato qualche scatto, che per un uomo veloce come lui non era del tutto indispensabile.
Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility), 7: Il giovane norvegese porta a casa un bel piazzamento dopo una condotta di gara molto attenta. Il futuro è dalla sua parte, soprattutto in una corsa di questo tipo.
Madis Mihkels (Intermarché-Wanty), 7: Non si vede quasi mai, ma c’è fino alla fine, andando a raccogliere un piazzamento prezioso per una squadra condizionata da tanti attimi sfortunati e mettendo la bandiera dell’Estonia nella prima pagina dell’ordine d’arrivo di una Classica Monumento.
Tim Van Dijke (Visma|Lease a Bike), 7: Un declassamento probabilmente troppo severo lo priva di un bel piazzamento, con l’ottava posizione che sarebbe stata una boccata d’aria fresca per una squadra colpita a raffica dalla mala sorte in questo periodo, ma che comunque ha trovato, sulle pietre della Roubaix, in lui e nel suo fratello gemello Mick (7) due corridori che hanno saputo tenerne alta la bandiera.
John Degenkolb (Team dsm-firmenich PostNL), 6,5: Il pavé francese lo vede rinascere ogni anno. Anche stavolta non gli manca la sua consueta dose di sfortuna, che lo costringe a spendere energie preziose per inseguire nei momenti meno indicati.
Yevgeniy Fedorov (Astana Qazaqstan), 6,5: Sprazzi di talento per il campione del mondo U23 di Wollongong 2022. Il kazako salva parzialmente il bilancio della squadra, chiudendo al 14esimo posto, nel gruppetto che arriva immediatamente a ridosso dei migliori di giornata
Tim Wellens (UAE Team Emirates), 6: Non ha la gamba dei giorni migliori, ma rimane comunque davanti e ci prova anche più volte, confermandosi una volta di più corridore molto generoso e affidabile.
Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 6: Arrivato praticamente senza conoscere il percorso, in extremis, l’inglese fa una bella corsa, anche se poi nel finale perde contatto con i primi e gli si spegne la luce. Conferma comunque che, malgrado il fisico, con una giusta preparazione potrà dire la sua in futuro in questa corsa.
Christophe Laporte (Visma), 5,5: Si sapeva che non era al meglio, ma perde contatto davvero troppo presto. Ha comunque il merito di continuare fino alla fine, rimontando strada facendo parecchi corridori.
Stefan Bissegger (EF), 5,5: Ci prova, finché il serbatoio delle energie non rimane vuoto. Forse chiede troppo a sé stesso, ma almeno non si rassegna a una corsa anonima, provando comunque a fare la differenza.
Oier Lazkano (Movistar), 5: Il campione spagnolo oggi non punge, perdendo contatto molto presto e preferendo poi ritirarsi. Anche per la squadra spagnola la giornata non è particolarmente positiva.
Joshua Tarling (Ineos Grenadiers), 5: Errore di gioventù per il fenomenale passista britannico, che, nella foga del momento, mal consigliato dall’ammiraglia, resta troppo a lungo a farsi supportare in un inseguimento che avrebbe potuto comunque coronare con più calma. La squalifica è forse pesante, ma considerato che rientrava da problemi meccanici, la giuria deve aver ravvisato un comportamento “fuori norma” indubbiamente eccessivo.
Soudal-QuickStep, 4: Kasper Asgreen ci prova come può, gli altri a malapena si vedono e il 36esimo posto finale di Yves Lampaert, migliore dei suoi al traguardo, è davvero il culmine di una campagna del Nord disastrosa. Nella parte negativa del bilancio anche quattro corridori (su 7) che non arrivano al Velodromo.
Elia Viviani (Ineos Grenadiers), sv: Un incidente di gara lo toglie subito di gara e lo fa finire in ospedale. Fortunatamente, senza conseguenze gravi.
Jonathan Milan (Lidl-Trek), sv: Come il connazionale, e compagno di nazionale, sopracitato, deve salutare presto la corsa a causa di una caduta. Ci tornerà, è una corsa che fa per lui.
Alberto Bettiol (Ef Education-EasyPost), sv: Anche lui finisce a terra e anche lui è costretto al ritiro prima di poter incidere sull’andamento della gara.
Laurenz Rex (Intermarché-Wanty), sv: Nella scorsa edizione era stato una grande sorpresa e la prestazione di allora lo proiettò in una nuova dimensione. Questa volta si deve arrendere alla sfortuna, dato che finisce a terra due volte.
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