My World, uscita la prima autobiografia di Peter Sagan

È uscita la prima autobiografia di Peter Sagan. Il tre volte iridato ha stravolto il mondo del ciclismo sin dal suo arrivo imponendosi sempre più come l’uomo simbolo del movimento internazionale, non solo per i suoi successi, ma anche per il suo modo di porsi, anticonvenzionale. Atteggiamenti che tuttavia non ne hanno pregiudicato i risultati su strada, portandolo fino allo straordinario record di tre mondiali consecutivi, una maglia che ha dovuto cedere da pochi. Annunciata già nel mese di febbraio, la pubblicazione del libro dello slovacco (che in Italia è uscita il 9 ottobre, acquistabile qui) promette di offrire “l’opportunità di dare un’occhiata al dietro le scene del mondo di Peter Sagan”, alla “scoperta dei faticosi allenamenti necessari ai successi” e di “come Peter affronta la pressione delle alte aspettative” che si sono create intorno a lui.

All’interno della sua autobiografia chiamata “My World” il carismatico leader della Bora – hansgrohe condivide “il suo senso di euforia quando taglia il traguardo davanti al gruppo, e i momenti di disperazione, come nel 2017 quando Peter ha capito che non avrebbe potuto competere per la sua sesta maglia verde” dopo l’espulsione dal Tour de France in seguito all’incidente con Mark Cavendish. Una descrizione di un corridore “che non solo vince, ma diverte”, con l’intenzione di condividere parte della sua filosofia in quanto corridore “che sa divertire” e come uomo, la sua “passione per lo sport e il desiderio di portare il sorriso sul volto dei suoi appassionati”.

Richmond 2015, Doha 2016, Bergen 2017. Tre perle per scalare la vetta dell’Olimpo dei ciclisti, autentici capolavori per regalarsi l’immortalità. Tre volte campione del mondo UCI, come solo Alfredo Binda, l’«Imbattibile», e Eddy Merckx, il «Cannibale». Tre maglie iridate UCI conquistate in tre anni consecutivi, come nessuno prima di lui. Basterebbe questo per raccontare chi è Peter Sagan. Ma il più forte ciclista slovacco di tutti i tempi è molto di più. E le pagine di “My world” ci aiutano a scoprirne i lati umani e professionali meno noti.

«Se ci sono cento corridori sulla linea di partenza, al traguardo ci saranno cento storie diverse da raccontare.» E la sua è davvero speciale. A soli 28 anni vanta un palmarès degno dei grandi di questo sport, che annovera già più di cento affermazioni tra cui spiccano, oltre alle «maglie arcobaleno UCI» da campione del mondo, due Classiche monumento come il Giro delle Fiandre 2016 e la tanto sospirata Parigi-Roubaix 2018, tre Gand-Wevelgem, undici tappe al Tour de France, impreziosite dalla conquista di sei maglie verdi, e quattro alla Vuelta a España. Nel 2016 è stato incoronato come il ciclista migliore dell’anno.

Definire il Sagan ciclista è impresa ardua. Un velocista puro? Uno sprinter che tiene in salita? Un “finisseur” capace di sparate fulminanti negli ultimi chilometri? Uno scattista? A giudicare dalle sue vittorie, è una miscela esplosiva di tutto questo. Definire il Sagan uomo è forse ancora più difficile. Il personaggio abbaglia. «Tourminator» è uno showman unico, capace, in un ambiente tutto sudore e fatica, di divertire il pubblico con improvvise impennate su una ruota sola, in corsa, anche al cospetto di «giganti» come il Mont Ventoux, o di lanciarsi in gustosi siparietti in conferenza stampa o in esultanze fantasiose e sempre diverse sulla linea del traguardo. E di divertirsi tra feste e scherzi con i compagni di squadra, e qualche birra di troppo.

Ma la persona, lontano dai riflettori, è di grande spessore. E per la prima volta possiamo conoscerla a tutto tondo. Il legame forte col padre e quello simbiotico col fratello ciclista Juraj. Le amicizie inossidabili con il road manager Gabriele Uboldi e l’agente Giovanni Lombardi. L’impegno nel sociale con la Peter Sagan Academy rivolta ai ragazzi slovacchi. I rapporti con i colleghi. Ad accompagnarci, con totale sincerità e immancabile senso dell’umorismo, in questo mondo fatto di passione per lo sport e per la vita, è lo stesso Peter, l’uomo che, negli ultimi anni, capelli lunghi e tatuaggi da rockstar, ha dato lustro al ciclismo professionistico.

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