Movistar, Alejandro Valverde rivela: “Mi piacerebbe provare il ciclocross ma non posso per il ginocchio”

Alejandro Valverde ha iniziato la sua stagione con la fame di successi che lo contraddistingue dall’inizio della sua carriera. Il capitano della Movistar, attualmente in corsa all’UAE Tour 2020, è ovviamente ancora lontano dalla migliore condizione in una stagione che lo vedrà concentrarsi soprattutto sull’appuntamento olimpico di Tokyo 2020. Per poter conquistare la medaglia d’oro alle Olimpiadi, l’Embatido si è detto pronto anche a sacrificare le sue ambizioni al Tour de France 2020, facendo intendere che potrebbe abbandonare la corsa francese proprio per preparare meglio il grande appuntamento estivo.

I Giochi Olimpici sono il mio sogno per il 2020 – ha confessato in un’intervista su sram.com – Queste saranno le mie quinte Olimpiadi. Ho visto nel 2008, quando ha vinto il mio compagno di squadra Samuel Sanchez, cosa significa. I giochi hanno un impatto enorme in tutto il Mondo e anche in Spagna. In Spagna vieni invitato dal ​​Re quando vinci una medaglia olimpica, figuriamoci una d’oro, è qualcosa di grande e un grande sogno per me. Il percorso è duro ed impegnativo ma dovrebbe essere adatto alle mie caratteristiche. Tuttavia, sarà incredibilmente difficile vincere a Tokyo“.

Il murciano confessa anche che gli sarebbe piaciuto cimentarsi con altre discipline: “Mi piacerebbe provare il ciclocross, ma non posso per il mio ginocchio, dopo l’incidente che ho avuto all’inizio del Tour de France nel 2017. Non riesco ad essere esplosivo con quel ginocchio ora e ce n’è bisogno nel ciclocross. Ma è fantastico che i diversi tipi di ciclismo siano ora sempre più uniti, pista e strada, cross e strada…”.

Nonostante questo problema al ginocchio la sua carriera non ne ha risentito ed è stata davvero lunga: “Non c’è un vero segreto. Devi sempre continuare a lavorare sodo sulla tua forma e resistenza – ha continuato – La passione è un impulso importante. E avere una famiglia solida. Sono ovviamente abituati alla mia vita ma il loro supporto è importante. Inoltre, mi sento davvero a casa qui alla Movistar. Faccio parte di questa squadra da molto tempo ed Eusebio (Unzué, ndr) è come un padre per me”.

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