Ineos-Grenadiers, Chris Froome riceve il trofeo della Vuelta 2011: “Per me è stata una corsa speciale”

Chris Froome ha ora il suo trofeo della Vuelta a España 2011. Il corridore britannico era arrivato secondo a Madrid in quell’edizione, non riuscendo a recuperare su Juan Cobo Acebo dopo che lo spagnolo della Geox-TMC si era avvantaggiato con una fuga. La squalifica per doping comminata allo scalatore, con sentenza definitiva nel 2019, ha però portato a un ribaltamento della classifica generale, con l’atleta dell’allora Team Sky a cui è stato attribuito il primo posto e la maglia rossa. L’organizzazione della corsa spagnola ha voluto quindi consegnare ufficialmente il premio oggi, alla partenza della diciottesima tappa dell’edizione di quest’anno, proprio andando verso Madrid.

Il corridore della Ineos-Grenadiers, alla sua ultima apparizione oggi con la squadra con cui ha ottenuto tanti successi, ha parlato con gran soddisfazione di questo trofeo, che si aggiunge a un palmarès già eccezionale: “È una vittoria davvero speciale. Ovviamente ripensando a quel periodo ho ricordi davvero speciali, ma anche del modo in cui mi hanno detto di questa vittoria, quando mi sono svegliato il giorno dopo il mio grande incidente l’anno scorso. Ero ancora in ospedale quando mi hanno detto: «Congratulazioni, hai vinto la Vuelta». È stata una sensazione molto strana”.

Froome ha poi ripensato a quell’edizione della Vuelta, che lo ha definitivamente lanciato tra i grandi: “Per me è stata una corsa davvero speciale. È dove mi sono scoperto per la prima volta come corridore da classifica per un Grand Tour. Mi ha dato fiducia per poi andare al Tour de France e continuare a puntare ai Grand Tour. Spero certamente che la prossima stagione verrò qui con differenti capacità”. Da lì è iniziata la striscia che gli consente di avere ben sette Grand Tour in bacheca: i quattro Tour de France (2013 e dal 2015 al 2017), il Giro d’Italia 2018 e le due Vuelta, appunto 2011 e 2017. Questa stagione non lo ha visto all’altezza delle aspettative, ma il kenyano bianco ha già promesso di tornare a dare battaglia.

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