Giro di Svizzera 2023, il racconto di una giornata difficile nella parole della Maglia Gialla e degli organizzatori

Una giornata difficile e surreale, una giornata che nessuno dei protagonisti avrebbe voluto vivere, una giornata per Gino Mader. Il Giro di Svizzera 2023 stamani si è svegliato con la tristezza nel cuore per la scomparsa del ventiseienne elvetico: una notizia che ha chiaramente sconvolto tutti, a partire dai corridori. L’organizzazione ha così deciso di annullare la tappa, facendo percorrere al gruppo solo gli ultimi 20 chilometri, tutti assieme, con la Bahrain Victorious, la squadra per la quale Mader correva, che ha tagliato il traguardo assieme. In questi venti chilometri il gruppo è stato accolto da un pubblico a sua volta molto toccato e con tanti striscioni che ricordavano chi oggi non c’è più.

La commozioni si legge anche nel volto della Maglia Gialla, Mattias Skjelmose, che fatica a rispondere alla domande dei giornalisti, tra cui i nostri inviati, e a guardare al futuro: “Sono molto triste. È stato veramente strano oggi essere in bici. Mi ha fatto male quando ho visto solo sei corridori della Bahrain tagliare il traguardo assieme. È qualcosa che mi ha spinto veramente al limite dal punto di vista delle emozioni”.

“Aver corso gli ultimi chilometri neutralizzati credo sia stata la cosa giusta – ha aggiunto il portacolori della Trek – Segafredo – anche perché lo volevano i genitori di Gino. Non so cosa accadrà i prossimi giorni e non sono sicuro di come mi sentirò io stesso. Adesso voglio solo andare a casa e dormire”.

Molto provati, ovviamente, anche il direttore di corsa Olivier Senn: “L’ultima ora è stata molto intensa. È stata dura portare avanti la situazione in memoria di Gino. Vedere tutte queste persone a bordo strada con striscioni e bandiere che volavano in memoria di Gino e anche l’arco dell’arrivo è stata veramente una bella celebrazione, anche se è stata la giornata più dura della mia vita. Non pensi mai a questo quando dirigi una corsa o la corri: è tutto adrenalina e velocità, ma adesso è tutto l’opposto”.

“Credo sia molto importante mantenere ricordi positivi di Gino – ha aggiunto – era un corridore felice, aperto e una persona intelligente che guardava oltre il pianeta della bici e questo è quello che il mondo del ciclismo e il mondo fuori di questo deve ricordarsi”.

Chiaramente, però, adesso c’è una corsa da portare avanti: “A proposito di domani e della tappa successiva cominceremo a parlarne dopo questa conferenza. Non sarà una decisione facile: ci sono tante persone coinvolte che sono veramente toccate dalla situazione, corridori e  squadre, ma anche noi organizzatori. Dovremo capire se sarà possibile organizzare una corsa. Non vogliamo portarla avanti solo perché dobbiamo farlo, ma lo faremo solo se tutti ce la sentiremo. Ne parleremo anche con l’ACP e l’UCI. Prenderemo una decisione comune”.

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