Freccia Vallone 2020, Marc Hirschi: “Oggi non mi sentivo bene all’inizio. Voglio sfruttare la mia forma per la Liegi”

Marc Hirschi si consacra ufficialmente con un gran successo alla Freccia Vallone 2020. Il giovane svizzero ha conquistato la classica belga con una splendida volata finale, battendo avversari più esperti grazie alla maggiore brillantezza su un arrivo sicuramente non semplice da interpretare, con le terribili rampe del Muro di Huy. Rimasto sempre davanti per valutare il momento giusto per partire, il corridore del Team Sunweb ha lanciato il proprio scatto secco a circa 150 metri dalla conclusione, bruciando i propri avversari. Alle sue spalle sono arrivati Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale) e Michael Woods (EF), i quali non sono sembrati in grado di resistergli nel finale, nonostante sia stato il canadese a lanciare il primo allungo.

È andata perfettamente per noi – ha dichiarato raggiante il bronzo iridato a Imola 2020 appena dopo il suo successo – La mia squadra ha fatto davvero un ottimo lavoro, abbiamo messo un paio di corridori a controllare la corsa, poi sull’ultima salita contavano le gambe. È stata molto dura, non senti molto gli spettatori. È durissima, brutale, devi essere forte di testa per andare oltre al dolore“.

Marc Hirschi ha poi raccontato di non aver avuto sensazioni ottimali alla partenza di oggi, come gli avviene abbastanza spesso: “È sempre difficile, non mi sento mai fortissimo. Molte volte non mi sento bene all’inizio delle corse, anche oggi, ma cerco motivazioni in corsa e mi dico sempre che voglio essere in buona posizione, poi alla fine negli ultimi metri devi avere le gambe. Oggi avevo le gambe e non ho fatto errori”.

Chiaramente ora il prossimo grande obiettivo è cercare il colpaccio anche alla Liegi-Bastogne-Liegi 2020. Non sarà semplice imporsi nella classica monumento, ma la condizione palesata non può che permettergli di presentarsi alla partenza con un certo ottimismo: “Voglio approfittare di questa gran forma per domenica. Ora mi prenderò qualche giorno di riposo, poi vedremo”.

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