Doping, Cookson difende Wiggins: “Dovrebbe essere riabilitato” E sulle TUE “si sono attenuti alle regole”

Brian Cookson in difesa di Bradley Wiggins. L’ex presidente dell’UCI ritiene che il suo connazionale dovrebbe essere in qualche modo riabilitato dopo le numerose critiche che gli sono piovute addosso visto che le indagini sul misterioso pacchetto ricevuto dalla Sky durante il Giro del Delfinato 2011 non hanno evidenziato “alcuna irregolarità“. A margine della presentazione del percorso del Tour de Yorkshire 2018, il dirigente britannico ha dunque sottolineato come la “reputazione del nostro sport, della squadra e del corridore dovrebbero essere riabilitate“.

E non fa niente se questa storia “resterà un po’ un mistero”, perché se la UKAD (Agenzia Antidoping Britannica) “non è stata in grado di costruire un caso” questo significa che “la storia è finita“. Conseguentemente, bisognerebbe dunque ridare la credibilità al baronetto, che proprio nel momento del ritiro dalle scene ha dovuto fronteggiare le maggiori critiche al suo operato e alla sua immagine. La versione ufficiale, malgrado le accuse parlassero di prodotti proibiti, rimane dunque quella del medico Richard Freeman, che aveva detto si trattava di fluimucil, mentre il corridore aveva fatto successivamente sapere di non aver mai ricevuto il suo contenuto.

In passato presidente della federciclismo britannica, Cookson si schiera in difesa della Sky anche sul caso TUE, giudicando sostanzialmente normale che “una squadra professinistica cerchi sempre di arrivare al limite del consentito”, per ottenere il risultato. “Non bisogna sorprendersi, questo è quello che fanno le squadre professionistiche – ha commentato per la BBC – Lo si può notare nel calcio, nella Formula 1 e così via. Ed è questo che penso sia successo in questo caso. Considerando i mezzi e il regolamento dell’epoca, si sono attenuti alle regole“.

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