Coronavirus, David Lappartient: “Un disastro se Giro e Tour non si dovessero correre”

David Lappartient ammette le paure riguardo il Giro d’Italia 2020. Dopo l’annuncio del governo italiano di espandere a tutto il territorio le misure nei giorni scorsi annunciate solo per le zone rosse, la crisi del coronavirus in Italia non è mai sembrata così grande. Se per adesso il periodo di limitazioni è comunque rimasto fermo ai trenta giorni inizialmente previsti a partire dal 4 marzo, data delle prime misure valide per tutto il paese che avevano portato alle cancellazioni di tutte le corse in programma, ovviamente i timori verso la Corsa Rosa non erano mancati. Inevitabile dunque le preoccupazioni aumentino di conseguenza. E con anche la Francia costretta a prendere alcune misure, che per il momento non hanno fermato la Parigi – Nizza ma rischiano comunque di vedere altre corse costrette a fermarsi, come la ancora più simbolica, iconica e conosciuta Parigi – Roubaix.

Per il nostro sport sarebbe un disastro se Giro d’Italia e Tour de France non si svolgessero – ha ammesso a Reuters – Forse il fatto che manchino ancora due mesi può avere conseguenze sul virus, quindi in estate potremmo sperare, dopo il picco, che la situazione migliori. Speriamo che queste corse possano svolgersi, ma vista la situazione attuale in Italia posso dire di essere maggiormente preoccupato per il Giro“.

Perché se è vero che le misure attuali sono previste solamente fino al 3 aprile, “chi può sapere cosa succederà dopo”. Il presidente dell’UCI ammette dunque che “c’è un potenziale rischio che il Giro possa essere cancellato“, mentre spera ancora che le altre corse possano svolgersi regolarmente, ribadendo che le decisioni spettano alle autorità locali, come nel caso di una Parigi-Nizza che sembra vivere alla giornata, in attesa di comunicazioni dalla prefettura.

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