Ag2r La Mondiale, Harry Tanfield denuncia il mancato rinnovo del contratto: “Non ho avuto alcun risultato quest’anno, ma questo perché non stavo correndo per me stesso, stavo correndo per la squadra”

Per molti corridori senza un contratto per l’anno successivo, quello della pausa invernale non è un periodo facile. Solitamente, la ricerca di un ingaggio in pieno novembre è un problema già in tempi normali, ma lo è ancor di più quest’anno, in un periodo di crisi economica per via della pandemia di Covid-19. Nonostante in questa stagione le varie trattative per il CicloMercato siano state spostate in avanti di qualche settimana rispetto al solito, soprattutto per via del calendario atipico di questo 2020, molte squadre hanno di fatto già definito le rose e chiuso le trattative. Un corridore che, come tanti altri, al momento è nella condizione di non avere un contratto pe il prossimo anno è Harry Tanfield, quasi 26enne della Ag2r La Mondiale, che spiega la sua situazione a Cycling Weekly.

“Andrò da qualche parte? Dipende da che livello – ha dichiarato il corridore britannico – Non WorldTour, questo è sicuro. Tutte le squadre sono al completo. Il problema è che i team stanno lottando [contro la crisi] e 70-80 ragazzi sono senza contratto. A chi si dà un contratto? Molto dipende anche dal budget delle squadre, anche i top team stanno faticando, tagliando i corridori. Alcuni hanno ancora 30 corridori, ma non tutti”.

Se per un atleta vincente qualche possibilità ancora c’è, per un gregario le cose sono molto più difficili: “Non ho avuto alcun risultato quest’anno, ma questo perché non stavo correndo per me stesso. Stavo correndo per la squadra, facendo un lavoro per loro. Ma loro ti danno solo un colpetto sulla spalla ed è tipo ‘Oh grande, grazie’. È stato lo stesso lo scorso anno. Stavo correndo per la squadra, facendo un lavoro per loro, e poi la squadra se n’è andata o è confluita in un’altra e non ti rinnovano. Ma ho fatto un lavoro per loro, questo è il mio ruolo“, prosegue Tanfield, che nel 2019 correva per la Katusha-Alpecin prima che quest’ultima chiudesse i battenti, con alcuni corridori che sono successivamente confluiti nella Israel Start-Up Nation, formazione che aveva acquistato la licenza del team elvetico.

Quale futuro dunque per il quasi 26enne britannico? “L’ideale sarebbe entrare in una squadra Professional, ma un sacco di quelle formazioni sono già piene. Si corre dove si può, qualsiasi posto si riesca a trovare. Correre per una squadra Continental potrebbe andare bene, ma dipende se poi si riesce a fare nuovamente un passo in avanti. Se significa che devo correre a quel livello spero di poter provare a farlo di nuovo. Ma, al momento, non è certo“.

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