Tour de France 2018, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2018.

TOP

John Degenkolb (Trek-Segafredo): Dopo un periodo difficilissimo, il tedesco torna tra i grandi del ciclismo con uno dei successi più importanti della carriera. Sempre attivo sul pavé, si fa trovare pronto quando parte l’azione buona e gestisce perfettamente una volata in cui tutti lo marcavano. Bentornato.

Greg Van Avermaet (BMC Racing Team): Libero da ogni pensiero dopo il ritiro di Porte, corre da padrone per tutta la giornata. Prova a muoversi già a una cinquantina di chilometri dall’arrivo, si tiene lontano dai guai ed entra nell’attacco giusto. Per sua sfortuna trova un Degenkolb in forma, contro cui non può nulla in volata. Senza rimpianti.

Romain Bardet (AG2R La Mondiale): Perdere solo 7 secondi dai principali rivali di classifica dopo tre forature, di cui l’ultima a 7 km dal traguardo, in una tappa in cui doveva solo difendersi è quasi una vittoria. Il francese tiene i nervi saldi e non sbaglia nulla, dimostrando di essere davvero tra i big di questo Tour. Sopravvissuto.

FLOP

Richie Porte (BMC): Non ci sono ancora immagini che chiariscano la dinamica della caduta, e dispiace vedere che ancora una volta l’australiano termina anzi tempo la sua avventura al Tour de France. Ma è difficile pensare che si tratti sempre, solo di sfortuna. Se anche così fosse, il grande sconfitto di giornata rimarrebbe lui. Ingiudicabile.

Rigoberto Uran (Education First-Drapac): Termina a terra e viene subito scortato dai suoi compagni, senza mai riuscire a completare l’inseguimento. Alla fine paga un minuto e mezzo dagli altri big, troppo per uno con le sue ambizioni. Con un’intera squadra a disposizione sarebbe bastato riprendere Landa per rientrare. Sono mancati pochi secondi. Delusione.

Egan Bernal (Team Sky): Oggi non era la sua giornata. Finisce più volte a terra e non riesce più a rientrare sul gruppo di testa, naufragando tra i vari gruppetti e chiudendo a più di un quarto d’ora da Degenkolb. Le ambizioni per la maglia bianca, pur con pochi avversari quotati, sono al minimo storico. Pesce fuor d’acqua.

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