Tour de France 2018, Cort Nielsen: “E’ fantastico, ringrazio la squadra e Valgren”

La quindicesima tappa del Tour de France 2018 è il giorno di gloria di Magnus Cort Nielsen. Il danese è riuscito a infilarsi nella fuga dei 29 corridori arrivata fino al traguardo, rispondendo prontamente all’attacco di Bauke Mollema (Trek-Segafredo) nel finale per poi vincere di prepotenza la volata ai danni di Ion Izagirre (Bahrain-Merida) e dell’olandese. Un epilogo perfetto per il venticinquenne, alla sua prima partecipazione alla Grande Boucle, dopo che nelle prime quattordici giornate era sempre rimasto in ombra negli sprint, suo terreno prediletto. Per l’Astana si tratta del secondo successo di tappa consecutivo, dopo che Omar Fraile si era imposto in solitaria sul traguardo di Mende.

Il velocista, ex corridore della Mitchelton-Scott, ha raccontato con entusiasmo il suo primo acuto al Tour de France: “È fantastico. Era uno dei miei sogni più grandi quando ho iniziato a correre in bicicletta. Questo è il mio primo Tour e sono davvero felice di vincere una tappa qui. Ringrazio molto il mio team per avermi dato la chance di correre questo Tour. Un ringraziamento speciale a Michael Valgren, che oggi ha fatto un lavoro assolutamente incredibile, fornendomi un aiuto prezioso”.

Un successo che non è per niente casuale ma era stato studiato a tavolino già da tempo: “Tutto è stato semplicemente perfetto oggi e il nostro direttore sportivo Lars Michaelsen ha creduto molto in me oggi. Molti giorni fa avevamo già parlato di questa tappa e detto che mi calzava a pennello. Quindi oggi sono andato in fuga con Michael e alla fine tutto ha funzionato perfettamente. Sono molto felice”.

Cort Nielsen ha poi riferito l’umore alto in squadra dopo la vittoria di Omar Fraile: “Ieri eravamo tutti felici per la vittoria di Omar, e questo mi ha dato fiducia sul fatto che tutto è possibile per me in questo Tour. Nel finale ho provato a restare molto concentrato sui miei rivali, perché sapevo che qualcuno avrebbe potuto attaccare. Ero piuttosto sicuro del mio sprint, ma c’era sempre il rischio che qualcuno provasse a fare qualcosa prima dell’arrivo. Quindi sono stato in grado di rispondere a tutti gli attacchi e di arrivare allo sprint”.

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